Alla faccia del buonsenso: a vincere, ancora una volta, sembrano essere le (solite) motivazioni economiche. E così, Baciato dalla fortuna si appresta a uscire nelle sale di tutta Italia: dopo mesi di silenzi da parte dell’Amministrazione comunale – la prima data che si era ipotizzata era addirittura il 18 marzo scorso – e rinvii da parte di Medusa che ne cura a distribuzione e che nei giorni scorsi lanciato ufficialmente il trailer, il discusso film sui vigili urbani di Parma, a meno di clamorosi ripensamenti arriverà alla fine nei cinema del Belpaese dal prossimo 30 settembre.

Prodotto dalla Arella di Rita Rusic per la regia di Paolo Costella, la pellicola è costata qualcosa come 5 milioni di euro e parallelamente, per strada, ha visto aprirsi anche un filone giudiziario che risulta tutt’ora aperto come confermato dal procuratore generale Gerardo Laguardia, che ne aveva in un certo modo stoppato la “prima”: a fine anno, infatti, gli inquirenti avevano sequestrato la documentazione relativa al versamento, da parte di Stt, holding del Comune, di 50mila euro a “GDM Italia” (la società romana che si è occupata della promozione del film, ndr) e di 20mila euro a beneficio di “Student work service”, per il servizio di catering per attori e comparse. Uno scandalo che per inciso aveva finito per aggravare ulteriormente la posizione dell’allora presidente Andrea Costa, già manager Barilla, costretto anche per questo alle dimissioni dalla guida della partecipata, affidata in seguito come noto alle cure del commissario Massimo Varazzani.

Momento peggiore, per quest’uscita, a dire il vero, non potrebbe esserci. Sorvolando – si fa solo per dire –  sul capitolo giudiziario, nelle ultime settimane a Parma è successo di tutto anche sul versante Polizia municipale: in primis uno degli arrestati nell’ambito dell’operazione “Green money” infatti, è Giovanni Maria Jacobazzi, ormai ex comandante, chiamato a sostituire Emma Monguidi, che guidava il Corpo al momento in cui scoppiò il caso Bonsu, giovane di colore picchiato e umiliato durante una sciagurata operazione antidroga una sera d’autunno di tre anni fa, e in via del Taglio, sede del comando, solo pochi giorni si è sfiorata la rissa tra l’assessore alla Sicurezza Fabio Fecci e alcuni vigili, episodio che ha fatto non poco clamore anche se sui motivi è ancora giallo.

Tutto ciò, unito al processo Bonsu ancora in corso e ad alcuni malumori interni mai digeriti ha contribuito a creare un clima infuocato. Alimentato ulteriormente, se mai ce ne fosse stato il bisogno, dalla vicende politiche della giunta, sempre più traballante e in attesa ancora di capire come e se arriverà alla scadenza naturale del proprio mandato, la prossima primavera, dopo aver incassato anche l’ultimo, recente addio, quello della sua componente civica.

In principio la pellicola, che vede schierati nel cast tra gli altri Vincenzo Salemme, Alessandro Gassmann e Asia Argento, doveva riabilitare l’immagine di Parma e della sua Polizia municipale, pesantemente macchiata dal caso Bonsu ma al tempo stesso pure restituire dignità e credibilità a una giunta, quella del sindaco Pietro Vignali, sommersa già allora dai debiti e minacciata da inchieste che nel frattempo hanno portato in dote arresti, perquisizioni, dimissioni eccellenti e numerosi cortei di protesta (l’ultimo, in ordine di tempo, il funeral party degli “indignados”, solo qualche giorno fa, il 30 agosto).

Partita insomma con intenti promozionali o quanto meno di marketing, l’operazione ha avuto invece l’effetto inverso e si è trasformata in un boomerang, finendo per aggiungere, suo malgrado, altra benzina sul fuoco e diventando quasi fonte di imbarazzo. Unica, magra consolazione, il fatto che la “prima” non sarà in città come in origine era stato ipotizzato: questo probabilmente sarebbe stato davvero troppo per tutti, anche per i pochi che si ostinano a negare che esista un problema-Parma. Né in prima fila, a godersi lo spettacolo come aveva promesso a suo tempo, ci sarà più l’ex comandante, nel frattempo uscito dal carcere ma ancora agli arresti domiciliari. Uno talmente “baciato dalla fortuna” da vedere il proprio cognome prestato addirittura a Gassmann junior, che nel film veste i panni del suo alter ego, il comandate della Municipale.

Fatture fasulle, Procura della repubblica, silenzi e ritardi per non parlare di quanto, da quando le telecamere hanno lasciato la città, è poi successo davvero, cioè manette, cortei e polizia in strada: niente da dire, se Parma doveva essere “Baciata dalla fortuna”, il suo “contributo”, il film, in un certo senso l’ha dato eccome. Se, come si ostina a ripetere Medusa, questa pellicola è destinata a essere il prodotto di punta tra le offerte destinate al mercato autunnale o meno, sarà il tempo a dirlo. Quel che è certo è che, almeno stavolta, la realtà ha superato di gran lunga la finzione.

(f.nit.)

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