Via libera ai licenziamenti se c’è il sì dei sindacati. C’è anche questo nell’emendamento approvato oggi pomeriggio in Commissione Bilancio del Senato. In sostanza i contratti di lavoro sottoscritti a livello aziendale o territoriale “operano anche in deroga alle disposizioni di legge” e “alle relative regolamentazioni contenute nei contratti collettivi nazionali”. Tra le materie per le quali è possibile la deroga dalla legge e dai contratti nazionali figura anche il licenziamento. Salve solo la “Costituzione nonché i vincoli derivanti dalle normative comunitarie e dalle convenzioni internazionali sul lavoro”.

”Le modifiche della maggioranza di governo all’articolo 8 indicano la volontà di annullare il contratto collettivo nazionale di lavoro e di cancellare lo Statuto dei lavoratori, e non solo l’articolo 18, in violazione dell’articolo 39 della Costituzione e di tutti i principi di uguaglianza sul lavoro che la Costituzione stessa richiama”. Così il leader della Cgil, Susanna Camusso, sul nuovo art.8 della manovra che esplicita per gli accordi aziendali e territoriali la possibilità di derogare alla legge ed ai contratti nazionali, anche sul licenziamento. “Il governo autoritario distrugge autonomia parti”

“Le modifiche che la maggioranza apporta al testo dell’articolo 8 dimostrano in modo lampante che il Pd avesse ampiamente ragione a denunciare la portata devastante di questo articolo che è una vera e propria destrutturazione del diritto del lavoro, a partire dalla possibile cancellazione in un contratto aziendale dell’articolo 18 della Statuto dei lavoratori”. Lo dichiara il senatore del Pd Achille Passoni, membro della Commissione Lavoro, in una nota. “Una pura follia giuridica e politica, per arrivare alla messa in discussione di altri diritti fissati per Legge, Costituzione e convenzioni internazionali comprese” afferma Passoni. “Le modifiche – aggiunge il senatore – peggiorano il tema vergognoso della norma originaria, vale a dire la possibilità che tre amici al bar si possano mettere d’accordo con l’imprenditore e stipulare un accordo aziendale, con contenuti devastanti per tutti i lavoratori, alla faccia della necessità di misurare con trasparenza chi rappresenta cosa”. E ancora:  “Questo intervento legislativo così incomprensibile, sbagliato e lesivo dell’autonomia delle parti sociali, è frutto solo della logica di chi, ministro del lavoro in primis, persegue la sciagurata linea di dividere le forze sociali, fino a lederne l’autonomia su materie che sono proprie della loro autonoma responsabilità. E questo proprio quando la situazione del Paese richiederebbe da parte di tutto ogni sforzo per favorire livelli sempre più alti di coesione sociale”.

La Commissione Bilancio del Senato ha dato il via libera agli emendamenti del governo che disciplinano l’accorpamento dei Comuni più piccoli, attraverso le Unioni dei Comuni, e che riducono la dimensione di consigli e giunte. Per le province confermato lo stralcio delle norme che chiudevano quelle con meno di 300.000 abitanti perchè la materia sarà trattata in un ddl costituzionale. Passa subito invece il dimezzamento dei consiglieri provinciali. Questo pacchetto è passato con una sola modifica: nell’emendamento del relatore era inizialmente previsto che le riunioni di giunta dei Comuni più piccoli dovevano svolgersi di sera. E’ stato aggiunto solo un “preferibilmente” di sera.

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