Oggi c’è stata la preghiera per la fine del ramadan nella piazza principale di Tripoli gremita da migliaia di fedeli. L’imam, nel suo sermone, ha evocato i “martiri” della rivolta libica. La preghiera si è svolta in piazza dei Martiri (la vecchia piazza Verde) in un clima di tensione per il timore di attentati da parte dei fedelissimi del Colonnello. Nel pomeriggio l’esplosione di un’autobomba a Tripoli ha ucciso quattro ribelli. Secondo alcuni si tratterebbe di un attentato organizzato da alcuni miliziani pro- Gheddafi. Ma gli insorti smentiscono questa ricostruzione e parlano di un’auto esplosa a causa di alcuni colpi d’arma da fuoco sparati proprio per festeggiare Eid al-Fitr, la festa di fine Ramadan.

Il Consiglio nazionale di transizione libico (Cnt) ha respinto l’ipotesi di dispiegare qualsiasi tipo di Forza militare internazionale o di osservatori: lo ha detto l’inviato speciale dell’Onu per la ricostruzione della Libia Ian Martin, dopo aver partecipato a una riunione a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza. “Attualmente non ci attendiamo che osservatori militari siano richiesti” dalla nuova leadership libica, ha detto Martin, aggiungendo: “E’ molto chiaro che i libici vogliono evitare qualsiasi tipo di dispiegamento militare, delle Nazioni Unite o di altri”. Ieri, il presidente del Cnt, Mustafa Abdel Jalil, ha affermato che la Libia non ha bisogno di aiuti dall’esterno per mantenere la sicurezza. Tuttavia, ha proseguito Martin, il Cnt è “interessato a ricevere assistenza” per creare una forza di polizia. Le forze di liberazione dalla dittatura hanno anche annunciato che entro due settimane completeranno il trasferimento del Consiglio Nazionale Transitorio da Bengasi a Tripoli. Lo ha reso noto Abderazay Salem, rappresentante del Cnt della regione di Yefrin. Sul fronte politico il documento elaborato dai ribelli annuncia elezioni entro 18 mesi, con il monitoraggio dell’Onu. Nella bozza di 14 pagine di ‘Dichiarazione Costituzionale’ messa a punto dagli insorti e’ previsto un governo ad interim incaricato di gestire la transizione fino all’elezione di un’assemblea di 200 membri (la Conferenza Pubblica Nazionale), che sostituira’ il Cnt e avra’ il compito di redigere la nuova Costituzione, da sottoporre a referendum popolare. Ma che tipo di veste costituzionale avrà il Paese? Nel documento si parla di una Libia “democratica e indipendente”, basata sul “pluralismo partitico” e nella quale la Sharia, la legge islamica, “e’ la principale fonte di diritto”.

La Nato ha invece annunciato che continuerà a pattugliare i cieli della Libia per imporre la No Fly Zone ( scattata con la risoluzione 1973) anche una volta cessate le ostilita’ tra i ribelli e le ultime sacche di resistenza del regime. Si tratta per il momento solo di una ipotesi, formulata dallo staff militare dell’Alleanza e al vaglio degli ambasciatori degli Stati membri. Qualunque eventuale iniziativa, però, avverrà comunque sotto l’egida dell’Onu, cui sarà quasi certamente affidata la gestione della transizione libica. Fonti anonime rivelano anche che gli alleati sarebbero concordi su un punto: nessun invio di truppe di terra. Semmai un supporto logistico a una futura missione Onu, con ponti aerei o navali.

Intanto continuano le indiscrezioni che danno Saadi Gheddafi, terzo degli otto figli del colonnello Muammar Gheddafi, in procinto di arrendersi. Lo ha assicurato Abdelhakim Belhaj, esponente della leadership militare del Consiglio nazionale di Transizione (Cnt), alla tv satellitare al-Jazeera. In base al racconto di Belhaj, Saadi, noto in Italia per le sue velleità da calciatore, lo avrebbe chiamato al telefono, dicendosi pronto ad arrendersi e a consegnarsi al Cnt. In particolare, il figlio del colonnello avrebbe espresso la volontà di non lasciare la Libia e di negoziare la resa. Secondo Belhaj, anche molti altri esponenti del regime sarebbero pronti ad arrendersi e il Cnt assicurerebbe loro un trattamento in base al diritto internazionale. I ribelli, inoltre, conoscerebbero molti dei loro nascondigli e avrebbero indizi anche sul luogo in cui si trova Gheddafi, per il quale tuttavia escludono l’ipotesi di una resa.

Il Regno Unito ha avuto il via libera della commissione Onu per le sanzioni a scongelare 1,86 miliardi di dinari libici (1,6 miliardi di dollari) da utilizzare per “aiutare a provvedere agli aiuti umanitari urgenti, riportare fiducia nel settore bancario, pagare i salari degli impiegati del settore pubblico e immettere liquidità sul mercato”. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri britannico William Hague nella tarda serata di ieriI. ll denaro in questione, stampato nel Regno Unito, era stato congelato in seguito all’adozione delle sanzioni Onu contro il regime di Muammar Gheddafi. La decisione di scongelarlo è stata presa in seguito ai “notevoli progressi degli ultimi giorni”, ha aggiunto Hague, citato dalla Bbc.

Anche il premier spagnolo José Luis Rodriguez Zapatero ha annunciato che Madrid è pronta a sbloccare, sempre “sotto l’egida dell’Onu”, i beni libici che si trovano nel Paese.

Nelle ultime 24 ore centinaia di tuareg, accusati dai ribelli di essere mercenari al soldo di Gheddafi, stanno attraversano il confine con la Libia per riparare in Algeria.

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