Gli insorti ora accusano il governo di Algeri. Dopo la conferma da parte delle autorità algerine dell’entrata nel proprio territorio della moglie del raìs, Safia, e di tre dei suoi figli, Aisha e i figli Hannibal e Mohammed, i ribelli sono sul piede di guerra sul fronte diplomatico. “Cercheremo di ottenere l’estradizione dei congiunti riparati nel Paese nordafricano – ha dichiarato M.Shammam, portavoce dei ribelli – . Abbiamo promesso di garantire un giusto processo a tutti quei criminali. Avvertiamo tutti di non dare rifugio a Gheddafi e ai suoi figli perché li seguiremo ovunque per scovarli e arrestarli” e aggiunge “l’Algeria ha commesso un atto di aggressione”. Il Consiglio nazionale transitorio fa sapere che i familiari del colonnello sono stati accolti per “ragioni umanitarie”, questo perché “la figlia Aisha ha partorito nel nostro paese” e precisano che i Gheddafi, “sono solo di transito per recarsi, poi, in un terzo paese”. Ma lui, Muammar Gheddafi, è introvabile. Ieri nell’ordine è stato dato, prima nella città di Ben Walid e poi con i tuareg nel deserto libico, non lontano proprio dal confine con l’Algeria.

Intanto sul fronte del conflitto, i ribelli sostengono di aver ucciso Khamis Gheddafi, figlio del raìs, e il capo dell’intelligence, A.Senussi. Khamis, sarebbe stato ucciso, ma il condizionale è d’obbligo, negli scontri fuori Tripoli da un elicottero Apache della Nato.

LA CRONACA DELLA GIORNATA ORA PER ORA

19.49 – Nei prossimi giorni riprenderanno le estrazioni di petrolio

Il neo presidente della compagnia statale Noc, Nouri Berouin, ha annunciato che la produzione di greggio ricomincerà entro poche settimane, aggiungendo anche avremo dopo 15 mesi di attività ritorneranno ai livelli pre-rivolta, “quando la Libia estraeva 1,6 milioni di barili al giorno”. Berouin ha anche assicurato che la maggior parte dei giacimenti sono “in buone condizioni” aggiungendo però che il maggiore ostacolo sono i campi minati nella zona di Brega. Ma “tutti i contratti” firmati dal suo predecessore “saranno rispettati”, ha detto il Presidente del Noc, che a dicembre sarà a Vienna al vertice dell’Opec a rappresentare la Libia

19.00 – Cnt: “Dall’inizio della rivolta 50mila morti”

Secondo il colonnello Hisham Buhagiar,”circa 50 mila persone sono state uccise dall’inizio dell’insurrezione”. A Misurata e Zlitan sono morte fra 15mila e 17mila e a Jebel Nafusa ci sono state moltissime vittime tra morti e feriti.” A questi fronti di battaglia vanno aggiunti anche Agedabia e Brega.

16.30 – Il tesoro di Gheddafi forse nascosto in banche ucraine”

Kiev Omar Harfouch, famoso uomo d’affari ucraino di origine libanese, ha dichiarato al quotidiano Sivodnia che Gheddafi potrebbe aver depositato il suo tesoro in alcune banche ucraine. Secondo Harfouch, all’epoca della rivoluzione arancione filo occidentale (tra fine 2004 e inizio 2005), il leader libico sostenne l’allora leader dell’opposizione ucraina Viktor Iushenko, diventato poi presidente del Paese. E in quel periodo il Colonnello mandò più volte uno dei suoi figli con grosse somme di denaro liquido in Ucraina per “acquistare della terra, degli aerei o altre cose”.

15.59 – Associazione rimpatriati: “L’Italia riapra il dossier”

Nel terzo anniversario della firma del Trattato italo-libico, sottoscritto il 30 agosto 2008, l’Associazione Italiani Rimpatriati chiede al governo di riaprire il dossier sulla confisca dei beni e sull’espulsione. “Con quali sentimenti i rimpatriati dalla Libia vivono il terzo anniversario del Trattato storico italo libico firmato con l’amico Gheddafi il 30 agosto 2008 da un’Italia prona ad ogni suo diktat?” Ha detto Giovanna Ortu, Presidente dell’Associazione aggiungendo che adesso “è arrivato il momento di esigere che il nostro governo pretenda di riaprire, come primo dossier, quello relativo alla nostra confisca e alla nostra espulsione. E’ il capitolo e il Trattato internazionale più antico per cui una soluzione consisterà nel dare finalmente un ristoro materiale alle prime vittime del regime del Colonnello Gheddafi”.

15.56 – Comandante Cnt: “L’ora zero della battaglia finale è imminente”

“La battaglia finale fra le forze dei ribelli e i lealisti di Muammar Gheddafi è imminente”: lo ha dichiarato il comandante militare, il colonnello Ahmed Omar Bani, durante una conferenza stampa a Bengasi. “L’ora zero si sta velocemente avvicinando. Vorremmo che tutti sapessero che siamo pronti per una battaglia finale”

15.28 – Nato: “Nesun negoziato per la famiglia Gheddafi, è un problema del Cnt”

Il portavoce della Nato, Oana Lungescu, ha detto che “non competono a noi questo tipo di negoziati. Saranno le autorita’ libiche a dover parlare con quelle algerine per risolvere il problema”.

15.21 – “Difficile prevedere cosa accadrà a Sirte, ma auspichiamo soluzione pacifica”

Il portavoce della Nato Lavoie nel corso della conferenza stampa nella base di Bagnoli ha fatto sapere che “la Nato “auspica un soluzione pacifica, che ci può essere, come e’ successo in passato in altri villaggi”. Lavoie confida nella volontà dei cittadini liberi di ribellarsi “nel momento in cui si rendono conto di non essere più repressi”.

15.13 – Zimbabwe espelle ambasciatore libico che si era schierato con gli insorti

L’ambasciatore libico ad Harare è stato espulso dal governo dello Zimbabwe dopo che aveva deciso di appoggiare i ribelli. “Abbiamo chiesto all’ambasciatore libico e al suo staff di lasciare lo Zimbabwe entro le prossime 72 ore”, ha comunicato il ministro degli Esteri di Harare, Simbarashe Mumbengegwi. Lo Zimbabwe e’ stato più volte indicato come uno dei Paesi in cui il Colonnello potrebbe nascondersi.

15.10 – “Gheddafi è ancora in grado di comandare le sue truppe”

Lo ha detto il portavoce della missione Roland Lavoie, aggiungendo che “Non è dato di sapere dove si nasconda il Colonnello”.

14.31 – Nato: “La fine della missione non dipende dalla cattura di Gheddafi”

Il portavoce delle operazioni militari dell’Alleanza Atlantica, Roland Lavoie, rispondendo a una domanda dei giornalisti sulla conclusione dell’operazione Unified Protector in Libia, ha detto che “il criterio di valutazione per la conclusione della missione si basa sulla valutazione del livello di minaccia nei confronti dei civili e non sulla cattura o meno di Muammar Gheddafi”.

14.14 – L’Ue pronta ad incrementare gli aiuti umanitari per Tripoli

Lo ha fatto sapere la portavoce dell’esecutivo di Bruxelles Pia Ahrenkilde Hansen, sottolineando che la Commissione è altrettanto “pronta a reagire rapidamente per indirizzare gli aiuti là dove possono essere più utili”. L’Ue è il primo donatore mondiale per la Libia con circa 160 milioni di euro, di cui la metà direttamente forniti dalla Commissione Ue, che da ieri ha aperto un ufficio nella capitale libica.

13.53 – “Gheddafi è fuggito verso Sabha”

A dirlo è il 17enne bodyguard del figlio del raìs Khamis Gheddafi. Secondo quanto da lui rivelato, il Colonnello si è incontrato a Tripoli col figlio Khamis venerdi’ scorso. Poi si sarebbe unita a loro anche Aisha. “E’ stato un incontro breve, brevissimo. Non mi trovavo vicino a loro ma li ho potuti vedere chiaramente”, ha dichiarato il bodyguard a Sky News, aggiungendo poi che i tre “sono saliti a bordo di una serie di Land Cruiser”, ha continuato. Il convoglio, stando al racconto del giovane, si è poi diretto verso Sabha. Il bodyguard ha anche confermato che Khamis e’ stato ucciso da un raid Nato a circa 60 chilometri da Tripoli.

13.42 – “Situazione precaria”, l’Algeria chiuderà parte del confine con la Libia

Secondo il quotidiano locale ‘el-Watan’, i servizi di sicurezza algerini sarebbero in procinto di chiudere la parte sud del confine con la Libia a causa della “situazione precaria”. Nelle ultime ore Algeri ha confermato di aver accolto 31 esponenti del regime di Muammar Gheddafi, tra cui la moglie e tre dei suoi figli, scatenando l’ira dei ribelli libici.

13.27 – “Pericolo attacchi in piazza dei Martiri con la fine del Ramadan”

A lanciare l’allarme è Ibrahim al-Madani, figlio di Mohammed, il capo militare dei ribelli di Zintan ucciso lo scorso 6 maggio e considerato una vera e propria leggenda della rivolta. “Chiedo a tutti di mantenere le proprie posizioni, di prestare la massima attenzione a quello che può accadere nelle prossime ore” perché “Gheddafi sta pianificando un attacco in grande stile, con mortai e dinamite”, per poi scatenare “la battaglia nelle strade”. Il temuto accatto potrebbe arrivare, secondo Ibrahim al-Madani, domani o il primo settembre, anniversario della rivoluzione dei Colonnelli, tradizionalmente celebrata in quella che si chiamava piazza Verde.

13.21 – I ribelli: “Nessun accordo con Algeria per estradizione”

Il Consiglio nazionale di transizione libico ha fatto sapere che “non c’è nessun accordo con il Paese confinante per l’estradizione dei criminali. Non crediamo che l’Algeria dia asilo a dei ricercati dalla giustizia internazionale”. La dichiarazione arriva dopo che Algeri aveva ammesso la presenza sul proprio territorio della famiglia Gheddafi

13.15 – Jalil: “Cnt non ha bisogno di forze internazionali di pace”

Il Presidente del Consiglio nazionale di transizione, Mustafa Abdel Jalil, ha fatto sapere che le forze ribelli non hanno bisogno della presenza di “forze internazionali di pace”  e che il Cnt “si è trovato d’accordo in proposito con le potenze straniere”

12.59 – Cnt: “Sirte si arrenda entro sabato”

Un ultimatum ai miliziani di Gheddafi a Sirte e nella altre città ancora fedeli al raìs è stato ufficializzato dal presidente del Cnt Jalil nel corso di una conferenza stampa a Bengasi trasmessa in diretta da Al JAzira

11.29 – Cittadini libici occupano consolato a Sfax, in Tunisia

Alcuni libici residenti nella città di Sfax, nel sud della Tunisia, hanno occupato il loro consolato rimuovendo tutti i simboli pro Gheddafi. Lo ha reso noto l’agenzia di stampa Tap, secondo cui l’obiettivo degli occupanti è rivendicare “gli aiuti materiali promessi dal Consiglio di transizione alle famiglie libiche rifugiate in Tunisia, per permettere loro di coprire le necessità di cure, di vitto e alloggio”. Il console libico a Sfax, Abdelwahed Bouguila, ha detto che questi aiuti sono a carico di “una commissione designata dal Consiglio nazionale di transizione”, che provvederà alla loro distribuzione.

11.25 – Nuovi bombardamenti Nato a Sirte

Nelle ultime 24 ore proseguono i raid Nato nella città natale del Colonnello. Secondo fonti alleate a Bruxelles, gli ultimi attacchi hanno distrutto quattro radar e tre postazioni di comando e controllo, una batteria di missili terra-aria, 22 veicoli militari al cui interno c’erano mitragliatrici pesanti o cannoni anti-aerei. Intanto prosegue la trattativa dei ribelli con le autorità municipali e i capi tribù della zona per concordare una resa pacifica ed evitare un altro massacro.

10.25 – Civili usati come scudi umani e e stupri durante l’assedio a Misurata

Secondo la ong americana Physicians of Human Rights, che nello scorso giugno ha ascoltato 54 persone dopo che la città libica era stata liberata dai ribelli, le forze lealiste durante l’assedio hanno arrestato 107 civili, tra cui anche bambini, per usarli come scudi umani. I miliziani di Gheddafi hanno anche stuprato molte ragazzine e attaccato ambulanze della Croce Rossa e una casa di cura dove si trovavano 36 anziani o invalidi.

09.20 – Opposizione libica: “Al Qaeda nelle strade libiche”

“A Tripoli chi comanda e impugna le armi sono gli uomini di Al Qaeda” è l’avvertimento raccolto oggi dalla radio israeliana da Ahmed Shabani, un oppositore di Muammar Gheddafi e fondatore del Partito democratico libico.

08.44 – Ribelli: “Capo dell’intelligence ucciso”

Gli insorti sostengono di aver ucciso il capo dell’intelligence del regime di Muammar Gheddafi, Abdullah al-Senussi. Senussi sarebbe stato ucciso insieme al figlio del colonnello, Khamis Gheddafi.

08.33 – Cnt: “I familiari del raìs solo di transito in Algeria”

“La famiglia Gheddafi si trova in Algeria solo di transito e presto si recheranno in “un terzo paese”. Lo dichiara il responsabile Media del Consiglio Nazionale di Transizione, Mahmoud Shammam, citato da al-Jazeera.

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