Anche la musica emiliana avrà la sua parte alla Mostra del cinema di Venezia. Due parti per la precisione. Due come i brani che il cantautore ferrarese Vasco Brondi, noto al pubblico con il progetto “Le luci della centrale elettrica”, presenterà al Lido.

Il 1 settembre sugli schermi della kermesse internazionale sarà proiettato Ruggine, film di Daniele Gaglianone con un cast di tutto rispetto. Gli spettatori, accanto ai volti di Stefano Accorsi, Filippo Timi, Valeria Solarino e Valerio Mastandrea, ascolteranno sullo sfondo anche “Un campo lungo cinematografico”, canzone scritta da Brondi su “commissione” dello stesso regista.

Questo per quanto riguarda il primo sbarco musicale emiliano in laguna. Per il secondo bisognerà attendere l’8 settembre con la proiezione di Piazza Garibaldi, docu-film realizzato da Davide Ferrario. Nel film, che vede la partecipazione tra gli altri di Marco Paolini, Luciana Litizzetto e Filippo Timi, è presente la canzone “L’amore ai tempi dei licenziamenti dei metalmeccanici”, dal sapore forse un po’ marqueziano, contenuta nell’ultimo album de Le luci della centrale elettrica “Per ora noi la chiameremo felicità”, titolo questo che richiama invece un verso di Leo Ferrè .

Un doppio riconoscimento indiretto, quello della mostra del cinema, a un giovane cantautore che dall’alto dei suoi 27 anni è riuscito già a ritagliarsi uno spazio di rilievo nazionale nel panorama della musica d’autore. Il suo lavoro, che si ispira a maestri come – tra gli altri – De Andrè, Leo Ferrè, Claudio Lolli, i Cccp, gli ha permesso di mettere in bacheca nel 2008 la Targa Tenco per l’opera prima. Nello stesso anno arriovano il Premio Fimi, il premio MEI, il Premio Musica & Dischi e il Premio Fuori dal Mucchio. Tra concerti, racconti e anche un libro edito con Baldini & Castoldi (Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero, che raccoglie i post del suo blog), Brondi arriva fino alla rivista Rolling Stone Italia, che nel 2010 inserisce “Canzoni da spiaggia deturpata” al sesto posto tra i dischi del decennio, primo tra gli italiani.

Ora arriva il cinema e questi due omaggi indiretti alla sua musica, che lo rendono “contento e un po’ stupito – ammette l’artista – Sono su due film di due registi che amo molto. Spero che le canzoni riescano a difendersi da sole, a prendere qualche altro significato dalle immagini trasmesse e magari a trasmettere qualcos’altro a quelle immagini.”

Intanto Le Luci prepara già la valigia. Il 3 settembre è atteso per un concerto speciale al Teatro Romano di Verona, per chiudere il tour di “Per ora noi la chiameremo felicità”, dopo quasi 60 concerti.

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