Diciamoci la verità: a noi italiani potrebbero togliere anche l’aria che respiriamo e resteremmo in apnea fino alla morte. Ma se ci tolgono il calcio…. Onestamente pensavo che con lo sciopero dei calciatori la gente si riversasse per le strade a spaccare tutto. Macchè! Nemmeno se gli toccano il sacro calcio.

Fanno bene (relativamente parlando) i calciatori a scioperare, perché comunque, non si parla solo di grandi e ricchissimi talenti calcistici ma si tratta di tutelare anche i giocatori delle serie minori. Ambiente dove i milioni non circolano. Non voglio difendere la categoria anche perché non mi interessa il calcio. Per me potrebbero chiudere gli stadi e trasformarli benissimo in canili. I calciatori delle serie minori percepiscono uno stipendio simile a quello di un operaio e magari con l’unica differenza che il lavoro che fanno (perché il calciatore è un mestiere) gli piace.

Però non è questo il punto. Per molti italiani, il calcio è una passione, certe volte esagerata ma pur sempre una passione. Escludendo i tifosi (ossia gente ottusa con la quale non si può discutere assolutamente), si va allo stadio anche per svagarsi, magari per incontrare gli amici, in alcuni casi ci si va anche con prole al seguito. Un momento di aggregazione accompagnata da una manifestazione sportiva.

Quello che rovina lo sport calcio è la trasformazione in business da parte di società e sponsor che vogliono assolutamente che la “propria” squadra vinca, in barba al principio di de Coubertin L’importante non è vincere ma partecipare”. Uniamo ai milioni (se non miliardi) la presunzione di migliaia di commentatori, opinionisti, calciofili, commissari tecnici ed esperti del pallone che alimentano la malattia del tifo, da non confondersi con quel tifo provocato dal batterio del genere Salmonella, e otterremo un mix letale. Più che altro, gli italiani se la sono presi con i calciatori perché vedono solo i giocatori delle grandi e blasonate squadre fare la parte di bambini viziati, quando, fondamentalmente, non c’entrano nulla.

Bisogna dare una bella batosta a quelle società e quegli sponsor che stanno rovinando il calcio. E come dice questo tifoso indignato, il potere, paradossalmente, non ce l’hanno le società e gli sponsor, ma i tifosi. Perché senza persone allo stadio, i calciatori giocano lo stesso e vengono retribuiti mentre società e sponsor ci perdono.

Di certo non andrebbero in fallimento ma qualche soldo glielo faremmo perdere. Volete mettere la soddisfazione?

di Tony Troja

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