Pestato a sangue da sei persone. Futili motivi, disse la vittima stessa, un giovane marocchino. Oggi, a un mese dall’episodio si scopre che i motivi non erano per niente futili, ma razziali, venne massacrato perché straniero. Extracomunitario, come si dice in tono dispregiativo. Marocchino. Il tutto accade il 18 luglio a Rimini, al pub Rose&Crown. Una lite per la “mancata precedenza” al bagno, si dice. E invece i sei sarebbero naziskin, e la matrice razzista. Lo denuncia oggi la Digos, dopo aver ascoltato i testimoni e fatto le indagini necessarie.

Pretendevano provocatoriamente di veder rispettata la loro priorità. Il ragazzo era stato aggredito fuori dal pub con calci e pugni, ma nelle ore successive aveva dichiarato alla polizia di escludere lui stesso motivi razziali. Ma sono stati alcuni testimoni a spiegare alla Digos cosa esattamente è accaduto. Hanno raccontato di aver udito distintamente gli insulti e le urla rivolte al marocchino, e raccontano che il giovane era completamente stordito dal tentativo di parare il massacro.

I gestori del pub, a quasi un mese di distanza, invece dicono di non ricordarsi bene l’accaduto, temendo forse una cattiva pubblicità al locale, non avvezzo, spiegano, a questo tipo di aggressioni. Li hanno allontanati, del resto non si sono occupati o preoccupati.

In ogni caso i colpevoli sono stati identificati: hanno dai 20 ai 30 anni e fanno parte di un gruppo dell’ultradestra, che è solito frequentare la provincia di Rimini. Hanno scelto i locali della zona, gli skinhead, per incontrarsi con altri esaltati della “cultura” del disprezzo e dell’umiliazione. Lo stesso gestore del pub ammette di averli già visti altre volte nel suo locale. Nella macchina di due di loro, due gemelli di 23 anni della provincia di Pesaro-Urbino, la polizia ha trovato un tirapugni.

Per i sei naziskin è scattato – oltre alla denuncia per violenza, lesioni, rissa e porto di oggetti atti a offendere – anche il foglio di via dalla provincia di Rimini. Sarà la Procura della Repubblica a decidere se vi sono le condizioni per contestare anche l’aggravante razzista.

i.g.

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