Ennesima seduta frenetica per Piazza Affari. Dopo un’apertura debole il listino è balzato fino a sfiorare un guadagno del 5% per poi ripiegare e viaggiare a ridosso della parità. L’inversione definitiva con l’avvio in deciso calo di Wall Street. Il listino milanese, come il resto delle Piazze del Vecchio Continente, si è visto sfiancato dalle vendite con molti titoli che sono finiti anche in sospensione. Di fatto il via libera della Bce all’acquisto di titoli di stato spagnoli e italiani non ha frenato il nervosismo. Il Ftse Mib ha chiuso a -2,35% (15.639 punti) e il Ftse All Share a -2,43% (16.312 punti).

Una salutare boccata di ossigeno ha segnato invece l’apertura del mercato dei titoli di Stato italiani: il massiccio via agli acquisti di bond da parte della Banca centrale europea ha innescato subito la discesa dello spread tra il Btp e il Bund decennale sotto i 400 punti. Nei primi scambi il differenziale si è ridotto a 320 punti e poi fin sotto quota 300, crollando rispetto al record di 416 punti di venerdì. Un movimento marcato che ha visto, seppure per una manciata di minuti, ripiegare il premio di rischio e il rendimento dei Btp sotto i livelli dei Bonos spagnoli, invertendo così il trend dei giorni scorsi quando c’era stato ‘il sorpasso’. Poi la giornata è andata avanti in altalena con lo spread del Btp tra i 290 e 300 punti e solo sporadiche puntate sotto la soglia di 290.

Dalle sale operative, fin dalle prime battute, confermano che la Bce ha dato il via agli acquisti sul mercato secondario di titoli di Stato italiani e spagnoli dopo la decisione di ieri del consiglio direttivo, e spiegano così il repentino calo degli spread di Roma e Madrid. Come da copione, non c’è nessuna cifra ufficiale sull’ammontare degli acquisti nè sulla tipologia di titoli. Ma stando alle indiscrezioni, la Bce e le Banche centrali nazionali avrebbero comprato 5 miliardi di carta italiana e spagnola e in particolare gli acquisti di titoli italiani sarebbero avvenuti per tranche da 50-100 milioni.

Intanto il downgrade degli Stati Uniti affonda Wall Street e innesca una corsa all’oro, che sale al nuovo record di 1.700 dollari l’oncia. Dopo il discorso in cui il presidente americano ha assicurato che “gli Usa rimarranno sempre un paese da ‘tripla A'”, la borsa americana non pare avergli creduto: il Dow Jones chiude infatti perdendo il 5,5% e il Nasdaq cede il 6,9%.

Giù auto con rapporto Bofa Merril Lynch. Sotto pressione Pirelli (-10,36%), Fiat Indutrial (-10,48%) e Fiat (-9,6%) insieme ad Exor (-6,7%), che hanno scontato le previsioni negative di Bofa Merril Lynch sul mercato europeo e nordamericano dell’auto e dei veicoli industriali. A livello continentale il settore ha lasciato sul terreno il 7,75%.

Bpm e Banco Popolare salvano i bancari. In un listino tinto di rosso dalla debacle generale si sono salvate solo Banco Popolare (+1,84%), Bpm (+1,59%), più contenuta Unicredit (+0,38%). Tra gli altri titoli sopra la parità anche Telecom (+0,41%) ed Enel (+0,33%).

Forte calo anche per le piazze finanziarie europee con Francoforte che lascia sul terreno il 5,02% a 5.923 punti, mentre Parigi segna una flessione del 4,68% a 3.125. In rosso Londra (-3,39% a 5.068) e Amsterdam (-5,73%). Male anche la Borsa di Madrid che ha chiuso la seduta di oggi in netto ribasso, con l’indice Ibex-35 che ha ceduto il 2,44%, a 8.459,4 punti. Si tratta di una delle peggiori giornate per i mercati europei dall’avvio della crisi: l’indice Stxe 600, che fotografa l’andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio Continente, ha ceduto il 4,14%, uno scivolone che si traduce in oltre 197 miliardi di euro di capitalizzazione bruciati in una sola seduta.

Fra i singoli titoli Bank of America (Bofa) perde il 14% dopo l’azione legale di Aig per recuperare le perdite una parte delle perdite causate da Bofa sui titoli legati ai mutui. Verizon Communications cede il 2,8% dopo lo sciopero indetto da 45.000 dipendenti sul contratto. Berkshire Hathway perde l’1% dopo la trimestrale.

Malissimo anche i mercati asiatici. Come previsto, dopo il taglio del rating Usa, le borse hanno chiuso tutte in rosso. Tokyo ha terminato la seduta in calo del 2,18%, scontando il downgrade americano: l’indice Nikkei si attesta a 9.097,56, con una perdita secca di 202,32 punti. Hong Kong dopo avere toccato – 4% ha chiuso con una perdita di poco superiore al 2%. Seul, invece, ha interrotto le contrattazioni mentre perdeva il 7% per poi chiudere a -3,8%%. Shanghai scende del 3,79%.

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