Le travagliate vicissitudini degli operai della Vinyls di Ravenna paiono non aver fine. Non è bastato nel febbraio scorso salire in vetta ad una ciminiera del proprio stabilimento e rimanerci per protesta oltre quattro mesi. Uno sforzo fisico e mediatico che pareva aver dato buoni frutti  nel giugno scorso quando ai temerari dipendenti dell’azienda chimica, issatisi lassù a cinquanta metri da terra, era stato sventolato sotto al naso un presunto accordo di vendita della società in crisi all’Igs di Varese.

Accordo che ai primi di agosto 2011 somiglia già alla carta straccia. Perché, come indica una nota delle Rsu e dei sindacati chimici di Cgil Cisl e Uil, “esaurito il contributo regionale ai lavori socialmente utili, è stata sospesa la CIGS a zero ore”.

Le decine di lavoratori della Vinyls si sono così ritrovati in mezzo al guado, tra una nuova proprietà che ancora non è subentrata e l’estinguersi dell’ammortizzatore sociale che prevede un’integrazione al reddito  di quei lavoratori che, a causa di crisi aziendali di carattere strutturale,  devono ridurre l’orario di lavoro o sospendere in via temporanea la loro attività.

Come se non bastasse, poi, la situazione di stallo sul futuro della Vinyls ricade anche sugli stipendi dei mesi passati non ancora riscossi dagli operai. A oggi, infatti, non sono ancora stati pagati i mesi di febbraio, marzo e aprile 2011.

Una situazione insostenibile che però ha portato all’ennesima dimostrazione di quanto la responsabilità sociale e civile di quella che non si osa più definire “classe operaia” sia diventata elemento centrale per la sopravvivenza dell’intera azienda chimica, compresi impiegati, dirigenti e titoli in borsa di una traballante s.p.a. Gli operai Vinyls della sede di Ravenna si sono impegnati a presidiare fino al 10 agosto gli impianti che producono cloruro di polivinile, nonostante queste ore di lavoro non verranno loro pagate.

Insomma, gli operai garantiscono la sicurezza degli impianti al posto di un’organizzazione aziendale assente e nullatenente. Certo, se i commissari straordinari della s.p.a chimica entro il 10 agosto non avranno risolto la questione degli arretrati, perfino questo “servizio” offerto gratuitamente dagli operati scadrà: “in assenza del pagamento dello stipendio di febbraio entro tale data”, annunciano Filctem, Femca e Uilcem, “i sindacati e i lavoratori Vinyls valuteranno le azioni da intraprendere per garantire il rispetto del sacrificio prestato dai lavoratori e l’introito economico a oggi indispensabile e non più rimandabile per i lavoratori e le loro famiglie”.

Non va dimenticato che la Vinyls s.p.a. ha 370 dipendenti distribuiti in tre stabilimenti italiani: Porto Torres, Porto Marghera e, appunto, Ravenna. In tutti e tre, tra l’inverno e la primavera scorsi, si sono succedute proteste plateali per la crisi dell’azienda che hanno perfino portato alcuni operai della sede sarda ad occupare l’ex carcere di massima sicurezza dell’Asinara, inscenando una sorta di Isola dei cassaintegrati, parodia del deprecabile reality di Raidue.

La Vinyls, infine, è stata indagata dalla Procura di Sassari per aver autorizzato tra il 2005 e il 2009 lo scarico in mare, vicino all’isola dell’Asinara, di sostanze tossiche come cadmio, mercurio e diossine provocando il reato di disastro ambientale e alimentare.

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