Si allontana la possibilità che Alfonso Papa sia scarcerato sabato. Dopo una lunga camera di consiglio, il Tribunale del riesame di Napoli ha respinto l’eccezione presentata dalla difesa riguardante la mancata notifica, a uno dei legali del deputato Pdl detenuto a Poggioreale, della convocazione dell’udienza di oggi. Notifica che l’accusa considerava invece avvenuta regolarmente. Il Tribunale si è invece riservato di decidere sabato in merito ad altre eccezioni, sulla sussistenza delle esigenze cautelari e degli indizi di colpevolezza.

Oggi il tribunale del riesame avrebbe dovuto confermare il provvedimento emesso dal gip di Napoli Luigi Giordano su richiesta dei pm Henry John Woodcock e Francesco Curcio. La difesa di Papa, però, ha affermato che uno dei due legali, Giuseppe D’Alise, non ha ricevuto la prevista notifica da parte della cancelleria del tribunale di Napoli.

Un problema formale, una questione di termini che avrebbe potuto azzerare tutto il procedimento, fino al ritorno alla Camera per una nuova richiesta di autorizzazione all’arresto: i dieci giorni entro i quali i giudici del riesame sono tenuti a dare risposta a un’istanza di scarcerazione sarebbe scaduto sabato, ma i legali devono avere a disposizione tre giorni per esaminare le carte ed essendo oggi mercoledì i termini sarebbero scaduti domenica.

L’avvocato Carlo di Casola, difensore di Papa, aveva confermato al Fatto: “Questa mattina ho eccepito il difetto di notifica nei confronti del mio collega D’Alise e ora gli uffici stanno procedendo alla verifica per comprendere che cosa sia accaduto. L’udienza è stata sospesa e siamo in attesa di conoscere le deliberazioni del Tribunale del riesame. Alla domanda dei cronisti se Papa realmente potrebbe essere scarcerato sabato a mezzanotte, Di Casola ha replicato: “Non è mai accaduto che un parlamentare della Repubblica fosse arrestato per concussione, e non era nemmeno mai accaduto che potesse essere scarcerato per un difetto di notifica. Si tratta di un caso nuovo e unico, bisogna aspettare le decisioni degli organi competenti”.

Alla Procura della Repubblica però, fonti sentite dal Fatto avevano replicato in seguito alla verifica effettuata sul fascicolo: in realtà la notifica sarebbe stata consegnata nelle mani di un collaboratore dell’avvocato D’Alise, che evidentemente non l’avrebbe poi trasmessa al legale.

Il Tribunale del Riesame ha dato ragione alla Procura sul punto più delicato, che avrebbe riaperto il caso. E’ stato appurato che l’ufficiale giudiziario ha correttamente consegnato la notifica nelle mani del custode del palazzo dove si trova lo studio del legale.

Restano invece aperte le eccezioni sulla valutazione delle prove e sulle esigenze cautelari, che la corte scioglierà sabato.

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