Più di quattro ore di interrogatorio per Vincenzo Lasalvia nell’ambito dell’inchiesta della procura della Repubblica di Bologna per l’affaire Civis, il progetto del tram su gomma a guida ottica da 140 milioni di euro. Sentito in qualità di ex rappresentante legale di Iribus (gruppo Fiat) dal pubblico ministero Antonello Gustapane, titolare dell’indagine insieme all’aggiunto Valter Giovannini, il manager ha respinto le accuse di corruzione e frode in pubbliche forniture mossegli qualche mese fa. Ma ha negato anche che fosse falso – come contestato nei giorni scorsi – il documento che l’azienda aveva fornito nel 2003 ad Atc certificando che mezzi Civis erano già in funzione nella città francese di Clermont Ferrand.

Di fatto, al termine dell’interrogatorio, si è creduto che la posizione del manager si fosse complicata. In piazza Trento e Trieste, infatti, è stato tutto un entrare e uscire di autisti con fare da guardie del corpo, una coppia di auto di grossa cilindrata che cambiava posizione a intervalli più o meno regolari e sgommate per sottrarre Lasalvia dalle domande dei cronisti.

Se l’obiettivo è riuscito e le dichiarazioni dell’interrogato sono state rinviate a un comunicato stampa dell’azienda, i contenuti emersi nel confronto con il pubblico ministero sarebbero ruotati intorno a 8 documenti che portano dal 2002 al 2004 le date (modificando anche le motivazioni) per cui Scmt, il consorzio di trasporti d’oltralpe, avrebbe scartato Civis come soluzione per la mobilità cittadina preferendo invece Agorà, un’altra tipologia di mezzi sempre di fabbricazione Iribus.

Per questo a breve da Bologna partiranno richieste di rogatorie alla volta della Francia per verificare autenticità e affermazioni della documentazione presentata questa mattina in procura. Occorre infatti stabilire se a Clermont Ferrand i Civis – come sostengono i magistrati bolognesi – vennero provati dal 1999 al 2002 arrivando poi a escluderli per una serie di cause: consumi troppo elevati, difetti nella guida ottica e problemi nell’allineamento con le banchine.

Sul fronte dell’azienda, invece, la situazione starebbe in termini differenti. Intanto sarebbe vero il documento presentato nel 2003 con cui si attestava che i mezzi Civis erano già circolanti in Francia. Il requisito di un progetto già attivo, infatti, sarebbe stato propedeutico alla partecipazione alla gara d’appalto nel capoluogo emiliano-romagnolo, vinta un anno più tardi, nel 2004. Per i magistrati, in base a quanto riferito dalla guardia di finanza, questa certificazione sarebbe invece un artefatto realizzato a suon di scansioni e fotoritocco.

“Non è vero”, avrebbe ribattuto Lasalvia, che ha consegnato al pm pezze d’appoggio in cui si parlerebbe solo dei consumi come ragione dell’abbandono da parte di Scmt. A questo punto, dunque, occorre attendere le risposte delle autorità francofone e degli affari legali di Iribus France.

(a.b.)

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