«Chiediamo a un magistrato di aprire un serio fascicolo contro il criminale Mario Borghezio per le dichiarazioni rilasciate a Radio 24». Non è uno scherzo, non è una provocazione. È un appello pubblicato sul suo blog dallo scrittore Giuliano Compagno e subito sottoscritto da noi del futurista.

Mario Borghezio, sedicente interprete della pancia leghista, andrebbe arrestato per quel che ha detto a proposito del pazzo criminale autore della strage di Oslo: le idee di Breivik in fondo sono condivisibili, ha solo sbagliato nel metodo. Parole di una gravità inaudita, che solo in un paese come il nostro, ormai assuefatto alla peggior politica, possono passare sotto silenzio. E non si tratta di un problema limitato all’eurodeputato Borghezio e al suo partito. Le affermazoni del pasdaran leghista sono solo l’espressione più eclatante e virulenta di una certa idea di destra, una destra con la bava alla bocca, razzista e retriva, perennemente incazzata col mondo, volgare e insolente, allergica al politically correct e inesorabilmente attratta dal “pensiero forte”, dai toni da crociata. Una destra che vive nella continua ricerca di un “nemico” contro cui combattere.

La stessa destra che, sotto il manto di argomentazioni all’apparenza più raffinate, si manifesta nelle agghiaccianti riflessioni con cui Il Giornale e Libero hanno commentato la vicenda norvegese: il razzismo è colpa del multiculturalismo, dicono in sostanza Sallusti e gli altri scivolando pericolosamente verso toni che ricordano La difesa della razza di Telesio Interlandi. Per questo non possiamo derubricare le parole di Borghezio a una “sparata”. Chi vuole si unisca su Facebook al nostro appello. È il momento – finalmente – dell’intransigenza. È il momento di prendere sul serio i troppi “cattivi maestri” di casa nostra.

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