Filippo Penati si dimette da vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia e si autosospende da tutte le cariche che ricopre nel Partito democratico, nel quale è membro della Direzione e dell’Assemblea nazionale, nonché della Direzione regionale. La prima decisione è stata comunicata per lettera al presidente del consiglio, il leghista Davide Boni. Penati si era già autosospeso appena emerso il suo coinvolgimento nell’inchiesta per corruzione condotta dalla Procura di Monza.

La scelta, anticipata in un lungo comunicato, è dovuta “all’enorme risalto” mediatico della sua vicenda, per la quale “è improbabile pensare ancora ad una rapida chiusura. Il prevedibile allungarsi dei tempi mi pone quindi di fronte alla necessità di non privare i gruppi consiliari di minoranza del vice presidente in loro rappresentanza”.

L’ex presidente della Provincia di Milano, indagato per corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti in relazione ai progetti urbanistici sull’area ex Falck di Sesto San Giovanni, protesta la propria completa innocenza: “Ribadisco la mia totale estraneità ai fatti che mi sono contestati, mentre rilevo che non cessano le ricostruzioni parziali, contraddittorie e false indotte da altre persone coinvolte nella vicenda”. Le accuse alla base dell’inchiesta, secondo Penati, sono “una montagna di calunnie” provenienti “da due imprenditori inquisiti in altre vicende giudiziarie che cercano così di coprire i loro guai con la giustizia. Non ho mai preso soldi da imprenditori e non sono mai stato tramite di finanziamenti illeciti ai partiti a cui sono stato iscritto”.

Ora, continua Penati, il suo obiettivo principale è quello di recuperare l’onorabilità e la tranquillità familiare, ma non solo: “Non voglio che la mia vicenda e la conseguente martellante campagna mediatica creino ulteriori problemi al mio partito. Per questo ho comunicato oggi al segretario Pierluigi Bersani la decisione di autosospendermi da tutte le cariche che attualmente ricopro nel Partito democratico”.

Domani è in programma un coordinamento del Pd lombardo in cui sarà discusso il suo caso.

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