Filippo Penati, ex capo della segreteria politica di Pierluigi Bersani, indagato dalla procura di Monza nell’inchiesta su presunte tangenti per le aree Falck di Sesto San Giovanni, replica ad uno dei suoi accusatori, Piero Di Caterina, sostenendo che si tratta dell’azione di un indagato che, accusandolo “tenta di coprire i suoi guai con la giustizia”.

“Contro di me – spiega Penati – solo accuse da un indagato che tenta così di coprire i suoi guai con la giustizia. Continuano le ricostruzioni parziali, contraddittorie e unilaterali indotte da altre persone coinvolte nella stessa vicenda giudiziaria e aggravate talvolta anche da una esposizione falsa nei fatti e nelle date di quanto avvenuto”.

“Tali ricostruzioni errate – prosegue Penati – si evidenziano anche dalla vicenda legata alla caparra di 2 milioni ricevuta da una delle persone coinvolte nelle indagini. E’ sempre lo stesso imprenditore già indagato per emissioni di fatture false per operazioni inesistenti che mi accusa e alle cui dichiarazioni sono riconducibili le ricostruzioni apparse in questi giorni sui media”.

“E’ lo stesso – precisa – che si contraddice in continuazione, si dichiara concusso e spremuto come un limone mentre dalle sue stesse ricostruzioni risulterebbe che è lui ad aver ricevuto, negli scorsi anni, somme per ben 8 miliardi di vecchie lire”. “Contro di me – conclude Penati – solo accuse da un indagato che tenta così di coprire i suoi guai con la giustizia. Così come nei giorni scorsi anche oggi ribadisco la mia totale estraneità anche a questi fatti. Considero queste ricostruzioni lesive della verità”.

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