Era da un po’ di tempo che pensavo di dedicare una riflessione alla pubblicità online.
Stamattina leggendo un post su un blog americano ho pensato che fosse la giusta occasione per fare il punto sul perchè la pubblicità online sia un elemento importante per il sostentamento della rete e sull’utilizzo dei dati personali a scopi commerciali da parte degli “addetti ai lavori”.

Nell’articolo infatti si parlava di un convegno svoltosi recentemente a New York, organizzato dal US House Commerce Committee, dedicato  alla protezione della privacy,  dei dati personali ed al loro utilizzo da parte delle aziende per le strategie di “marketing e advertising” -argomento molto dibattuto anche in Italia- nell’ambito del quale peraltro è stato dato spazio alle persone ovvero ai consumatori perchè potessero raccontare “dal vivo” alla “industry”  il loro punto di vista, cosa non così consueta nei convegni professionali.

Parto subito dicendo che è molto importante sottolineare che la pubblicità online è fra i più importanti modelli di business  che consente alle aziende di generare ricavi e di rendere disponibili gratuitamente, per gli utenti, milioni  di contenuti. Per “restare in casa”,  la pubblicità è la principale fonte dei ricavi per Il Fatto Quotidiano, così come per la quasi totalità degli editori online. Spesso gli utenti online dimenticano o non  considerano affatto questo enorme valore aggiunto che Internet offre proprio grazie alla pubblicità online.

Il patto implicito sta nella richiesta da parte degli editori agli utenti online di dedicare una quota parte della loro attenzione, e quindi tempo, alle proposizioni commerciali, in tutte le loro più variegate forme ed espressioni in cambio di contenuti e servizi gratuiti.

La domanda che però sempre più di sovente gli operatori del settore si pongono, per rendere più solido questo accordo tacito, è: “come rendere la pubblicita’ online maggiormente interessante per gli utenti?” L’obiettivo è cercare di offrire loro un contenuto a valore aggiunto, quand’anche di carattere commerciale, al fine instaurare una relazione, un dialogo con essi, coinvolgendoli e facendoli diventare essi stessi “ambasciatori” di quella marca o di quel prodotto.

Sicuramente l’utilizzo delle tecnologie e dei dati utili all’analisi ed alla “profilazione” degli utenti e dei loro comportamenti online rappresenta un elemento importante per poter offrire pubblicità sempre più a misura delle loro esigenze.

Se si pensa a come nell’arco di soli dieci anni le persone siano cambiate in termini di motivazione alla scelta ed all’acquisto di un prodotto piuttosto che un altro, non essendo più disposte ad essere semplicemente persuase o  influenzate dalla quantità di spot televisivi “somministrati” loro, ci si rende conto di quanto sia importante, sia per le aziende che per gli utenti stessi, poter offrire da un lato e ricevere dall’altro una comunicazione commerciale che sia “rilevante” e “consistente”.  Tutto ciò si può fare grazie alla tecnologia ed alla possibilità di utilizzare dati personali sui comportamenti di navigazione, fatta salva naturalmente la tutela della privacy .

Le persone si informano sui prodotti attraverso internet,  vogliono capire fino in fondo i benefit ed i valori che la marca rappresenta ed anche in questo senso la pubblicità online rappresenta un valore perchè consente di approfondire le informazioni tramite un semplice click.
Naturalmente, anche i concetti di fiducia e trasparenza entrano pesantemente in gioco come elementi sostanziali della pubblicità, che rappresenta un tramite per la costruzione della relazione tra marche e consumatori.

Aggiungo, per concludere, una riflessione personale: probabilmente in un futuro prossimo l’efficacia oltre che l’efficienza di un investimento pubblicitario si misureranno anche attraverso un indice di “credibilità e di sostenibilita’” -che è poi il primo elemento per cui un individuo, un consumatore, è disposto o meno a raccomandare un prodotto o un servizio ai suoi famigliari e agli amici- prima ancora che sul numero di prodotti venduti a scaffale.

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