Il Governatore della Calabria continua a essere ospite delle trasmissioni su reti Rai e Fininvest dove si ostina a voler presentare come positiva sia l’attività del Governo regionale che quella del Governo nazionale. Questo perchè ormai nessuno si accorge della Calabria diventata una regione estranea al contesto nazionale, una regione che vive sotto la cappa dell’emergenza in tutti i settori, una regione soggiogata agli interessi dei pochi e di coloro che che fanno incetta di voti, alternandosi tra destra e sinistra.

Le responsabilità sono individuabili senza distinzione alcuna di appartenenza politica, tra coloro che quasi sempre si sono serviti persino della presenza della ‘ndrangheta quale alibi per giustificare i propri affari e i propri privilegi. Non è un caso che, mentre emerge la necessità di intervenire sul ridimensionamento della casta politica, il consiglio regionale della Calabria non solo non intende diminuire il numero dei suoi componenti, ma rimane inerme allorquando sulle pagine delle cronache nazionali emerge la notizia che i consiglieri della Regione risultano i più retribuiti d’Italia.

E così, ieri coperti dal potere di Loiero, oggi da quello di Scopelliti, la Calabria rimane compiacentemente commissariata nei settori Sanità e Ambiente e conseguentemente ricettrice di lauti finanziamenti, nazionali ed europei, senza tuttavia riuscire a uscire dalle situazione di emergenza che la investono. Ai cittadini calabresi continuano a essere negati lavoro, salute, trasporti, viabilità, possibilità di godere delle risorse naturali di cui è dotato il territorio, e tuttavia non individuo ancora una loro sufficiente indignazione, visto che nell’ultima tornata elettorale i risultati elettorali sono stati in controtendenza rispetto a quelli del resto d’Italia.

E molti dei politici calabresi che si affrettano a commemorare la strage di Via D’Amelio continuano a guazzare in quell’aria grigia della quale Paolo Borsellino avvertiva “il puzzo”. Intanto, quei magistrati calabresi che non perdono occasione di ricordare la presenza delle varie collusioni, sicuramente a loro ben note dalle risultanze delle varie indagini, non decidono di colpirle, continuando ad ergersi quali palesi “protettori” dei corrotti. Siamo sicuri che dietro i mancati interventi della giustizia sui “notabili” calabresi non ci siano promozioni in vista?

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