Non bastavano gli scarichi delle acque nere in mare dopo le giornate di pioggia intensa. A Rimini i veleni passano indistintamente dall’acqua all’aria e corrono in consiglio comunale. E’ il Movimento 5 Stelle riminese a sollevare il problema dell’ennesima spartizione di cariche dentro alla cosiddetta casta dei partiti che, come coniato dal leader Beppe Grillo, non c’è differenza tra “Pdl e Pd meno elle”.

“Siamo arrivati al primo consiglio comunale quando la maggioranza Pd si è accordata con il Pdl per eleggere presidente e vicepresidente del consiglio e noi non siamo stati consultati”, racconta il capogruppo del Movimento 5 Stelle di Rimini, Luigi Camporesi, “alla seconda seduta del consiglio dovevamo eleggere il presidente della commissione “controllo e garanzia” che per regolamento va assegnata alle minoranze in consiglio, così abbiamo proposto la nostra consigliera Carla Franchini”.

Ma il 9 luglio 2011 alla seconda convocazione è stata di nuovo fumata grigia. Gli equilibri in consiglio paiono oramai consolidati e il Movimento 5 Stelle si tira fuori dal solito stizzito balletto sul bilanciamento delle cariche istituzionali: “La proposta di un nostro candidato, fra l’altro ben qualificato, in consiglio serviva solo a dimostrare/verificare, semmai ce ne fosse stato bisogno, l’attaccamento viscerale alla carica da parte di certe componenti del consiglio comunale. Dopo ciò che è accaduto il Movimento 5 Stelle si rende indisponibile a qualsiasi carica della rimanente commissione ancora da assegnare ed ovviamente a qualsiasi altra che sono peraltro già tutte assegnate ai partiti con prefisso PD (con o senza elle)”.

Camporesi e gli altri due consiglieri comunale del Movimento, Carla Franchini e Daniele Arduini, per non rallentare i lavori del consiglio comunale e trascinare la querelle all’infinito, si sono prestati ad appoggiare Gioenzo Renzi, ex candidato sindaco del PDL, come presidente della commissione suddetta (“un candidato che ha raccolto migliaia di voti, quasi metà dei cittadini riminesi e che noi vedremmo volentieri”), ma l’impasse potrebbe protrarsi per mesi.

Ecco così lo smarcamento definitivo del gruppo grillino: “un consigliere del PD con la elle ha affermato in consiglio che per questa presidenza avrebbero lottato fino alla morte. Ma come Movimento 5 Stelle non vogliamo la morte di nessuno e nemmeno far durare tutta una legislatura una querelle con un Pd con la elle bramoso e con un Pd senza elle timoroso di indispettire quelli con la elle arroccato sulla facile sponda della non decisione. Per questo chiudiamo il capitolo mandando alla storia le arrampicate sugli specchi e gli intercalare nervosi della capogruppo del PD con la elle che sono udibili sui lodevoli podcast del sito istituzionale di questo comune a futura memoria”.
Per Camporesi ci sono comunque cose “ben più serie da affrontare in una città che affonda nei problemi, per non dire nella materia di cui si riempie il mare ogni volta che arriva uno scroscio di salutare quanto necessaria acqua”.

Ecco che in attesa della prossima seduta del consiglio per capire se la commissione “controllo e garanzia” avrà il suo presidente, Camporesi suggerisce una nuova possibile strada per il problema fognario riminese: “Vorremmo tentare di affidare uno studio alternativo rispetto al progetto della nuova rete fognaria proposto dal comune di Rimini in modo da risparmiare un po’ di euro e di avere una minore attesa nella sua costruzione e una sua maggiore resa funzionale. Sul problema del “come finanziarlo”, tassa di soggiorno o di scopo, una volta deciso il progetto potrebbe perfino essere materia per un referendum popolare”.

d.t.

Articolo Precedente

Benvenuti al Nord

next
Articolo Successivo

Maggiani, romanziere di grandi passioni. “La Romagna anarchica, come la mia terra”

next