La sinistra italiana si avvicina alla pausa estiva in una posizione invidiabile.

È un ragionamento cinico: mentre l’Italia va a rotoli ancor più velocemente e dolorosamente del previsto, cresce silenziosamente l’idea che in fondo il Pd sia meno peggio del Pdl, che a sinistra siano litigiosi ma non più dei Berluscones, che Bersani abbia le capacità per tirar fuori il Paese dalla crisi economica, che Vendola possa offrire il suo contributo di visione e di prospettiva al progetto politico, che Di Pietro, seppur in veste moderata e talvolta sfuggente, sia comunque un baluardo a difesa della legalità.

Il triumvirato, ancora lontanissimo da una sua ufficialità politica, è in realtà largamente accettato dagli italiani. Le Primarie sarebbero lo strumento della definitiva consacrazione di questo percorso già ampiamente avviato.

Il Partito democratico è la prima forza politica in Italia secondo tutti i recenti sondaggi: Demos, Digis, Ipsos. La coalizione di centrosinistra, anche senza Terzo Polo, è avanti di un intervallo che va dai 3 ai 5 punti percentuali.

Per tutte queste ragioni i dirigenti di fascia alta del centrosinistra dovrebbero passare l’estate sereni, ignorando gli avversari e lasciando parlare i giovani, gli aspiranti leader, la nuova classe dirigente e occupandosi solo di temi economici e sociali per riprendere in mano l’agenda politica e informativa del Paese.

Ignorare gli avversari
La saggezza popolare tradisce raramente e mai come in questi ultimi mesi l’adagio ‘tra i due litiganti il terzo gode’ è stato suggellato da evidenze pratiche. A destra è tutto un duello: Berlusconi contro Tremonti, Tremonti contro Brunetta, Brunetta contro i precari, Milanese e Papa contro le intercettazioni, la Lega contro il PDL, il partito degli onesti contro se stesso, Formigoni contro Berlusconi,Verdini contro le Primarie.

È una zuffa senza fine, che restituisce l’idea di un gruppo che è stato unito solo perché aveva la possibilità, grazie al trascinatore (e all’acchiappavoti per tutti) Berlusconi, di poter governare. Non appena il Premier ha smesso di spostare voti in automatico, è partita prima la caccia al leader e poi un insieme di stilettate quotidiane che solo le Primarie, forse, potranno placare.

Nel frattempo, però, il centrodestra ha distrutto tutti i suoi capisaldi: ‘meno tasse per tutti’, ‘le mani nelle tasche dei cittadini’, ‘la sinistra litigiosa e della patrimoniale’, ‘il partito dell’amore’ sono slogan che ora mostrano tutto il loro sadico effetto di rimbalzo.

Basterebbe continuare ad assistere allo spettacolo senza intervenire mai, anche se i media hanno tutto l’interesse a mettere i poli l’uno contro l’altro. Ed è per questo che sarebbe il momento buono per allontanare i leader dalle luci della ribalta e lasciare la controffensiva ai ‘nuovi’, da mettere alla prova nel ritiro estivo, come accade per i calciatori.

Lasciar parlare la nuova classe dirigente
Il gioco delle contrapposizioni è troppo ghiotto per poter essere non utilizzato da chi produce informazione, ma la sinistra non ha nessun interesse a cavalcarlo ora. Un buon metodo per estrarre il meglio dalle due spinte in disarmonia sarebbe far combattere i giovani di sinistra contro le cariatidi di destra. Proprio mentre i palinsesti, le redazioni e gli studi televisivi si svuotano, e il dibattito politico si sposta in spiaggia, in vacanza, alle Feste Democratiche o a quelle della Lega, possono essere testati nuovi volti televisivi, nuovi profili comunicativi, nuove idee, misurarli alla prova del confronto, verificarne tenuta e freschezza, per poi portarli in prima squadra per la prossima, durissima stagione. A destra non hanno né il tempo né la possibilità di fare lo stesso (anzi, si fa a gara a chi parla di più). Questa mossa tattica sarebbe devastante per le forze di Governo perché comprometterebbe ancor di più le forze di Governo e offrendo un raddoppiamento di percezione della forza delle opposizioni.

E i tre leader?
I tre leader del centrosinistra dovrebbero ignorare gli avversari e iniziare a parlare come se fossero al governo, magari pianificando un bel cronoprogramma condiviso (o un cronoprogramma a testa, non si può avere tutto dalla vita), alternando una proposta politica, economica, di riforma, e una battutina nel campo avverso, magari entrando in una contraddizione non esplicita, in un corto circuito comunicativo, in una sofferenza dell’avversario, senza mai mettersi a combattere muro contro muro, perché lo scontro frontale ricompatterebbe il fronte avverso.

Tre interventi a settimana, sempre sui temi (soprattutto dell’economia) per fare in modo che gli italiani in vacanza possano discutere di quelle proposte e far sedimentare ancor di più l’idea che il trio Bersani-Vendola-Di Pietro funzioni.

Condizione necessaria e sufficiente per andare più serenamente a vincere le prossime elezioni politiche.

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