Il governo attuale, caricaturale e postumo, è da sempre ricco di personaggi improponibili, che in qualsiasi altro paese faticherebbero a trovare lavoro come addestratori di cimici. In questa gara a chi ha meno doti, a chi non ne indovina una neanche per disgrazia, signoreggia e soverchia – con crassa sicumera – Carlo Giovanardi. La sua capacità di sbagliare tutto è prodigiosa. La sua propensione ad essere meravigliosamente (?) ultroneo è leggendaria.

JovaTardo, modenese sessantunenne, affascina gli astanti a partire dal bel volto, a metà tra un incubo scenografico di Carlo Rambaldi e un Gremlin anoressico (parola che lui ama: poi ci arriviamo). La voce è quella di un usignolo rauco, che cinguetta con la stessa piacevolezza del Nonnino della Corrida che sinfoneggiava con le ascelle fieramente pezzate.

Politicamente coerentissimo, come molti suoi colleghi-droidi, JovaTardo ha mosso i primi passi con la Democrazia Cristiana. Dopo Tangentopoli, è entrato nel Ccd di Pier Ferdinando Casini: il nuovo che indietreggia.
Folgorato sulla via del Biscione, la sua attività berlusconiana si è rivelata vieppiù encomiabile. Indimenticabile ministro per i Rapporti con il Parlamento, dicastero che non è mai servito a nulla e che quindi lo esalta, nel 2006 JovaTardo contribuisce alla irrinunciabile Legge Fini-Giovanardi, che equipara droghe leggere a droghe pesanti (vamos). Il risultato è straordinario: cresce il consumo di cannabis, cresce il consumo di cocaina, cresce il consumo di eroina. E crescono le carcerazioni ad minchiam. Alcune delle quali, dagli esiti drammatici.

Ciclicamente, JovaTardo va in televisione. In alcune apparizioni, ridimensiona il bailamme (neanche tanto, purtroppo) attorno alla morte di Federico Aldrovandi, vittima non di soprusi delle forze dell’ordine ma di un invidiabile caso di masochismo improvviso, che lo ha portato a massacrarsi da solo – Houdini, per quanto agile, non sarebbe mai arrivato a tanto.

Lanciato come una locomotiva bigotta contro un gigantesco muro di castronerie,  JovaTardo impreziosisce il suo curriculum con capolavori seriali.

Si batte pervicacemente per l’indulto (trovando, come noto,  terreno fertile nel cosiddetto centrosinistra). Nel 2007 entra in rotta di collisione con Casini: uno scontro tra titani(c). Nel 2008 lascia l’Udc e fonda i Popolari Liberali, movimento di cui è più o meno unico iscritto ma che usa come predellino per entrare definitivamente nel futuro Partito degli Onesti. Nello stesso anno dichiara di voler vietare in ogni modo tutte le manifestazioni antiproibizioniste, con quell’approccio pasdaran che tanto ce lo fa amare. Viene eletto come senatore del Pdl. Attualmente è sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche per la famiglia, al contrasto delle tossicodipendenze e al servizio civile.

Il 9 maggio 2009 dichiara che Stefano Cucchi è morto a causa delle droghe, in quanto anoressico (eccoci) e sieropositivo. Due giorni dopo abbozza delle scuse alla famiglia del giovane.
Il 20 settembre 2010 afferma che, nei paesi in cui è legalizzata la possibilità di adozione per le coppie gay, è esplosa la compravendita di bambini e bambine. Nessuno capisce il nesso tra le due cose, che infatti non esiste. In compenso le sue gaffe sono tali da trasformare JovaTardo nell’unico caso in cui la voce Wikipedia è più satirica di quella su Nonciclopedia.
A fine 2010 prova a inserire in un disegno di legge “il diritto di essere amato per i figli“. L’idea è così giuridicamente asina da indurre perfino il centrodestra a una presa di distanze.

Il 23 aprile se la prende con l’Ikea per una pubblicità gay-friendly, che lederebbe famiglia e Costituzione. Per quanto l’Ikea rappresenti innegabilmente il luogo maggiormente responsabile di divorzi nel mondo, insieme a infradito e Superga senza calze, JovaTardo non raccoglie – sfortunatamente – i consensi che si aspettava. Vittima, va da sé, dell’egemonia culturale della sinistra, che ne invidia lo smisurato acume intellettuale.

Il 3 luglio, dopo il comizio contro la Tav di Beppe Grillo, JovaTardo accusa l’ex comico di essererecidivo nel fomentare ed esaltare i violenti, ricordandogli la condanna “per avere provocato per sua colpa” la morte di tre persone (in un incidente d’auto).

L’ultimo gioiello di JovaTardo, il rapper delle bischerate politiche, è recentissimo. Il governo lo ha incaricato di occuparsi della strage di Ustica, che sarebbe un po’ come chiedere a Rocco Siffredi di redigere un testo sul tenore di vita delle Carmelitane Scalze. Giovanardi, col piglio di chi sa, ha dispensato perle di saggezza. L’occasione è stata un convegno a Bologna, il 27 giugno scorso, per il 31esimo anniversario della strage. Secondo lui, nell’estate dell’80 – la stessa di Ustica – “due aerei sono stati abbattuti da bombe libiche… in Sudan e a Lockerbie. Ma anche no: la strage di Lockerbie accadde il 21 dicembre 1988, otto anni dopo Ustica (e non era estate). E la strage nel Ciad (Ciad: non Sudan) risale al 19 settembre 1989. Nove anni dopo Ustica. Il Rapper delle Bischerate aveva ripetuto le stesse tesi nei giorni precedenti, ad esempio in un’intervista del 17 giugno al Resto del Carlino.

JovaTardo ha fatto dell’errore marchiano, della gaffe compiaciuta, dell’ignoranza bacchettona e della volgarità becera le sue cifre stilistiche. Di questi tempi, e governi, con simili medaglie al valore attaccate al petto non poteva non fare carriera in Italia. Buona catastrofe.

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