Musica

“Just like a woman. Tributo alle regine della musica”. A Genova un festival solo di donne

All'arena del Mare del porto antico di Genova un evento speciale, giunto alla sua undicesima edizione. Il direttore artistico: "Oltre a omaggiare le stelle del firmamento, vogliamo anche sostenere e promuovere le nuove leve"

di RQuotidiano

Ha preso il via, all’Arena del Mare del Porto Antico di Genova, l’XI edizione del più importante festival di musica rosa dello Stivale, Just like a woman. Tributo alle regine della musica. “Vogliamo promuovere e valorizzare il talento, la creatività, le espressioni musicali e artistiche al femminile – spiega il direttore artistico, Massimo Sabatino – attraverso concerti, seminari, serate tributo, premi e progetti speciali, retrospettive, incontri e mostre”.

Dal 2000 a oggi, per oltre 60 mila spettatori, avete ospitato nomi dai 5 continenti: da Sinead O’Connor a Patti Smith, da Joan Baez a Miriam Makeba, da Mercedes Sosa a Morcheeba, da Dee Dee Bridgewater fino a Noa, The Manhattan Transfer e Suzanne Vega. Oltre ad orgogli nostrani come Giorgia, Fiorella Mannoia, Patty Pravo, Gianna Nannini, Antonella Ruggero, Teresa De Sio: e quest’anno?

“Ieri il pubblico è impazzito per Bettye Lavette. Nonostante i suoi 60 e passa anni, di cui 20 di carriera, solo adesso sta raccogliendo riconoscimenti e consensi degni del suo talento di blues woman. L’ammiro perché ha sempre protetto la sua musica, mai compromessi, anche a costo di sacrificare scelte facili e scorciatoie al successo”. Il 20 luglio invece sarà la volta di Cassandra Wilson: “E’ tutta un’altra storia. Lei è un classico, considerata la migliore cantante jazz contemporanea, una personalità eccezionale nell’interpretare la musica, spesso anche in blues”.

Infine, il 26 luglio, un’icona del rock, Marinane Faithfull.

“Ciò che mi ha soggiogato di lei è la sua resurrezione. Dopo anni di droga è riuscita a ribellarsi al suo destino e si è artisticamente salvata. Ma anche umanamente è riuscita a ricostruire e a fare evolvere la sua personalità. Oggi è un’artista di primo livello, capace di rappresentare l’intera epopea del rock. Si può solo imparare da lei”.

Cos’hanno in comune queste tre donne, perché le ha scelte e riunite insieme?

“L’impegno. Politico, esistenziale, umano”.

In che senso?

“Ho creato questo festival perchè ritengo che negli ultimi 20 anni siano state artiste donne quelle che più hanno contribuito ad innovare la musica. Ma anche per omaggiare chi, nonostante le discriminazioni sessuali e spesso razziali, attraverso la musica è riuscito a farsi sentire, a parlare agli altri, a ribellarsi”.

Chi sono le sue icone?

Nina Simone, rinchiusa in manicomio, Billie Holiday, finita in galera, Miriam Makeba, un simbolo di resistenza. Ma anche Ani Di Franco, che da anni cerco di portare al festival: è forse la prima donna al mondo ad aver fondato un’etichetta indipendente, la Righteous Babe Record. O Sara Mc Lachlan, che ha fatto un festival tutto al femminile con le artiste più impegnate”.

Lei è presidente dell’Associazione Culturale Just Like a Woman, che ha ideato il Premio Janis Joplin.

“Oltre a omaggiare le stelle del firmamento, vogliamo anche sostenere e promuovere le nuove leve. Durante l’inverno selezioniamo tante voci per poi individuare quelle che a nostro avviso possono candidarsi a diventare i nuovi talenti della canzone al femminile in Italia”.

Il suo festival è l’evoluzione della manifestazione Varazze Città delle Donne?

“Certamente non ho voluto abbandonare il progetto e quando il Comune non ce la fece più a sostenerlo economicamente l’ho proseguito per conto mio, con JLW. Ma quella era una iniziativa nazional-popolare, c’era Pippo Baudo e si invitavano le voci che passavano per radio. Roba commerciale”.

E invece la sua idea qual è?

“L’arte. Io sono interessato a divulgare autrici e interpreti che incidono la storia, che cambiano la vita, che hanno qualcosa da dire al mondo. E che di solito le persone non hanno occasione di sentire dal vivo. So bene che molte Amministrazioni non scelgono festival come questo e che preferiscono accontentare l’elettorato con gli artisti più visti in tv. Ma io credo fermamente che la musica abbia il privilegiato compito di promuovere la cultura e far crescere intellettualmente i suoi cittadini”.

di Eugenia Romanelli

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