Doveva essere un assedio, è iniziata la guerra. Ieri a Chiomonte sembrava davvero di essere in guerra, più ancora di quando la polizia caricò per prendere la libera Repubblica della Maddalena. Solo che si era a parti invertite: dentro c’era la polizia, intrappolata,  che difendeva la “ragion di Stato”, fuori c’erano le persone libere che manifestavano. La cosiddetta “democrazia” in trappola.

“Quando l’ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa dovere” diceva saggiamente Bertold Brecht. E oggi 60mila persone hanno messo in pratica questa massima. Alla faccia del signor Matteoli che diceva che erano solo poche centinaia di facinorosi ad opporsi alla Tav. Penoso.

Adesso il governo dice che i lavori andranno avanti, il Pd prono denuncia la violenza, facendo finta di dimenticarsi che la Tav è figlia legittima di Prodi (e di Umberto Agnelli, che si vantava di averla “inventata”), quando invece Berlusconi diceva che, dato che il deficit pubblico in Italia era alle stelle, occorreva innanzitutto rinunciare alle opere inutili come la Tav (sic!).

Stasera sono contento, dopo tanto tempo. 60mila persone (e non erano certamente tutte quelle contrarie alle Tav) erano qui. Se vogliono davvero andare avanti con questa opera demenziale, dovranno militarizzare la valle per enne anni. E quanto gli/ci (purtroppo) costerà?

Sapete cosa mi dispiace? Mi dispiace dover pensare anche a quanto è già costata in soldi pubblici questa stupidissima opera, quanti milioni di euro si sono già buttati via per fare un piacere alle lobby delle costruzioni di destra e di sinistra: e senza che si sia ancora fatto il buco… Con questi milioni di euro avrebbero già potuto aprire nuove scuole ed ospedali, oppure ricostruire L’Aquila (anziché tirar su roba di cartongesso).

Ma il vento sta girando. I referendum stravinti, 60mila persone a Chiomonte: i nostri politici di destra, di centro, di sinistra, si sentono bruciare le poltrone sotto il c…. Questo è sicuro.

B.COME BASTA!

di Marco Travaglio 14€ Acquista
Articolo Precedente

No Tav: proclamazione di cittadinanza

next
Articolo Successivo

No Tav: incapaci
di raccontarlo

next