Ci aveva provato in tutti i modi a convincere i napoletani, anche ribadendolo più volte dal palco di Piazza del Plebiscito a due giorni dal ballottaggio: “Il Milan non prenderà Hamsik”. Ma i napoletani – e in particolare le poche centinaia di giovani in piazza che l’avevano accolto urlando a squarciagola “Chi non salta milanista è!” – non devono avergli creduto se il candidato Sindaco per cui Berlusconi si era speso così tanto è uscito con le ossa rotte dalla tornata elettorale partenopea.

Prima dei tifosi, però, era stato lo stesso patron del Napoli Aurelio De Laurentiis a sentire puzza di bruciato. Nelle stesse ore in cui il Premier garantiva che non sarebbe stato lo slovacco il colpo del mercato rossonero, il presidente della riscossa azzurra prima lo attaccava in diretta sulla radio ufficiale azzurra, poi invitava a cena a Roma Luigi De Magistris, spianandogli definitivamente la strada per Palazzo San Giacomo. Ora, un mese e mezzo dopo, si può dire che ci avevano visto bene il Presidente e i suoi tifosi, soprattutto se si considerano le dichiarazioni che Hamsik ha rilasciato a un giornale slovacco: “L’interesse del Milan è molto forte. Mi piacerebbe indossare la maglia rossonera, si tratterebbe di una svolta per la mia carriera. Non sono certo vecchio, ma fino ad adesso non ho vinto nulla, nessun campionato e né coppe”.

Tanto è bastato per scatenare i tifosi napoletani, inferociti sia con il loro (ex?) beniamino sia con il Presidente del Consiglio, che dopo l’ennesima promessa non mantenuta difficilmente riuscirà a ricucire il rapporto con una città cui ha sempre detto di essere estremamente legato. Anche perché la notizia del possibile passaggio in rossonero dello slovacco più amato nel Golfo è arrivata nelle stesse ore in cui la monnezza è tornata a invadere le strade di Napoli, polverizzando quel briciolo di credibilità che Berlusconi era riuscito a mantenere all’ombra del Vesuvio. Qualcuno, sui forum dei tifosi, ammette di aver votato Lettieri anche per via di quell’impegno elettorale del Premier e ora si sente tradito. Eppure, non è la prima volta che Berlusconi incappa in scivoloni del genere. Qualche anno fa Berlusconi aveva assicurato ai tifosi laziali che il Milan non avrebbe acquistato Alessandro Nesta perché lui lo considerava una bandiera biancoceleste: “Sono cose che non hanno più nulla di economico, di morale. Nel calcio abbiamo sbagliato tutti, ora basta”. Neanche ventiquattr’ore e Nesta si vestì di rossonero.

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