Chiude la venticinquesima edizione del Cinema Ritrovato organizzata dalla Cineteca di Bologna dopo sette giorni di ospiti internazionali, anteprime restaurate e ricolorate di grandi capolavori della settima arte (photogallery di Roberto Serra e Mario Carlini).

E lo fa registrando il tutto esaurito, soprattutto nelle proiezioni serali di Piazza Maggiore, con una media di 3500 spettatori a sera e una curiosità “popolare” verso il passato del cinema che lascia ben sperare nel futuro della manifestazione di punta dell’estate cinematografica bolognese.

L’ultimo appuntamento per il Cinema Ritrovato in piazza sarà domani sera con l’anteprima del restauro della Warner Bros di America, America – il ribelle dell’Anatolia, titolo non molto conosciuto firmato da Elia Kazan nel 1963.

Una chiusura che sa anche di rilancio e di riapertura per la prima settimana di Cinema sotto le stelle (film in piazza gratuiti fino al 30 luglio) con altri sette film diretti da Kazan: Fronte del porto (con un proletario e monumentale Marlon Brando); Bandiera gialla, Un albero cresce a Brooklyn (l’esordio nel ’45), La valle dell’Eden, Baby doll – La bambola viva, Splendore nell’erba.

Il regista nato ad Istanbul, morto a novantaquattro anni nel 2003, dopo un cinquantennio di carriera artistica, tra regia teatrale e cinematografica, verrà ricordato nella lunga giornata di sabato anche con la testimonianza diretta e la presenza a Bologna di Fatih Akin, altro regista turco, artefice del recente ed inaspettato successo comico The soul kitchen.

Di Kazan si potrebbe discutere per ore. Raccontare di come tra gli anni ’40 e ‘50 avesse letteralmente rivoluzionato il teatro americano e poi dal Group Theatre, assieme a Lee Strasberg, fondato l’Actors Studio che avrebbe a sua volta portato alla ribalta cinematografica Marlon Brando, Paul Newman, Rod Steiger ed Eli Wallach.

Kazan ebbe anche il merito di lavorare con grandi drammaturghi a partire dal legame strettissimo con Tennessee Williams per Un tram che si chiama desiderio: debutto nel ’47 a Broadway e nel ’51 un film con Brando, Karl Malden, Kim Hunter a doppiare la performance teatrale e Vivien Leigh a sostituire Jessica Tandy nella parte di Blanche Dubois.

Impossibile però dimenticare la collaborazione pressoché immediata di Kazan con la commissione per le attività antiamericane del senatore McCarthy. Era il 1952 e la delazione di Kazan, per togliersi dall’impiccio di finire senza futuro professionale, mise fine alla carriera di altri tecnici e artisti di Hollywood, tra cui molti dei suoi più stretti collaboratori.

Quando poi nel 1999 l’Academy decise di premiarlo con un Oscar alla carriera, mezza comunità hollywoodiana protestò in diretta alla notte degli Oscar: tra i tanti, Ed Harris e Nick Nolte, rimasero perfino seduti senza nemmeno applaudire l’ultima entrata in scena del vecchio e stanco regista turco-americano.

d.t.

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