L’accordo raggiunto ieri sui contratti è “sicuramente un risultato di grande rilievo”. Ma non basta: in assenza di “ulteriori passi” sull’esigibilità, Fiat e Fiat Industrial “saranno costrette a uscire” da Confindustria “con decorrenza dal primo gennaio 2012”. E’ quanto scrive l’ad di Fiat, Sergio Marchionne, in una lettera inviata oggi alla presidente degli industriali Emma Marcegaglia. Che risponde ribadendo il “grande successo” dell’accordo siglato. “A noi sembra che l’accordo soddisfi anche le vostre istanze – aggiunge -. Se invece non ritieni utile verificare la praticabilità di questa via, non vediamo altra strada se non quella di un intervento lagislativo con effetto retroattivo, che, in quanto tale, non è nella disponibilità di Confindustria”.

”Cara Emma – esordisce Marchionne nelle due distinte lettere (una come Fiat Spa e una come Fiat Industrial, il nuovo gruppo operativo dal 1 gennaio 2011, nato dalla scorporo da Fiat Group delle attività industriali) datate 30 giugno – voglio esprimerti il mio apprezzamento per l’ impegno tuo personale e della Confindustria nella definizione di un quadro di riferimento necessario per creare le condizioni di rilancio del sistema economico del nostro Paese. L’accordo raggiunto ieri tra Confindustria, Cgil, Cisl e Uil è sicuramente un risultato di grande rilievo, perchè ha affrontato alcuni importanti nodi in materia di rappresentanza e di contratti”.

“Questo primo importante passo – prosegue Marchionne – potrà avere un effetto positivo sul funzionamento delle relazioni sindacali nel nostro Paese e, di conseguenza, portare benefici al sistema industriale, che ha assoluta necessità di disporre di regole che garantiscano le certezze indispensabili per operare in un contesto di mercato sempre più globale e competitivo. La stessa necessità abbiamo noi della Fiat, che siamo impegnati in un grande sforzo per costruire un gruppo automobilistico internazionale, e abbiamo bisogno che le nostre attività italiane procedano a velocità non inferiore a quella dei concorrenti”.

“Mi auguro – entra nel merito del problema Marchionne – che, nei prossimi mesi, il lavoro prosegua con ulteriori passi che ci consentono di acquisire quelle garanzie di esigibilità necessarie per la gestione degli accordi raggiunti per Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco. Questo ci permetterà di portare a compimento gli investimenti avviati e quelli già programmati, assicurando così al Paese una prospettiva di continuità di presenza industriale”. Necessità capita e condivisa dalla presidente di Confindustria, che risponde all’ad Fiat convinta “che l’accordo soddisfi anche le vostre istanze – scrive Marcegaglia nella lettera di risposta – in quanto gli accordi di Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco possono facilmente rientrare nelle nuove norme pattuite”. “Sono fiducioso – sottolinea Marchionne nel botta e risposta a distanza – che le nostre esigenze, che credo siano le stesse di molti altri imprenditori, saranno tenute in considerazione e che queste condizioni si realizzeranno entro la fine dell’anno. Ho il dovere di informarti che in caso contrario, Fiat e Fiat Industrial saranno costrette ad uscire dal sistema confederale con decorrenza dal 1 gennaio 2012”. Una possibilità che Marcegaglia non esclude né ammette esplicitamente. Ma lo lascia intendere. “Se non ritieni utile verificare la praticabilità di questa via non vediamo altra strada se non quella di un intervento lagislativo con effetto retroattivo – prosegue la presidente degli industriali – che, in quanto tale, non è nella diponsibilità di Confindustria”. “Rimaniamo comunque sempre pronti e interessati a lavorare con voi – conclude Marcegaglia – per permettere a Fiat di realizzare gli importanti progetti di investimento programmati”.

Marchionne fa sapere di aver inviato copia di questa lettera “anche ai segretari delle Confederazioni firmatarie per confermare che la nostra iniziativa non intende mettere in discussione l’importanza dell’accordo e naturalmente i diritti dei lavoratori. Vogliamo soltanto – conclude l’ad di Fiat – che le nostre persone possano lavorare in un contesto nel quale tutti si assumano i propri obblighi e le proprie responsabilità, come previsto dagli accordi di Pomigliano d’ Arco, Mirafiori e Grugliasco. Spero che la nostra posizione possa aiutare la Confindustria e i sindacati nel proseguire il lavoro cominciato e a completare la costruzione di un nuovo sistema di rapporti basati su obiettivi condivisi e sul reciproco rispetto”.

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