Manca un minuto alle 21 e il 27 giugno del 1980 il Dc9 dell’Itavia del volo Bologna-Palermo con 81 passeggeri a bordo sparisce dai tracciati radar mentre sorvola il mar Tirreno e più precisamente l’isola di Ustica. Oggi il 31mo anniversario di quella strage che ancora non ha trovato una verità. Quella verità invocata oggi dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che ha inviato un messaggio alla presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, Daria Bonfietti. “Ogni sforzo  – dichiara il presidente della Repubblica – deve essere compiuto, anche sul piano internazionale, per giungere finalmente a conclusioni che rimuovano le ambiguità, i dubbi e le ombre che – continua – ancora oggi circondano quel tragico fatto”, poi Napolitano parla delle inchieste sul Dc9 e auspica che “l’iter tormentoso di lunghe inchieste e l’amara constatazione che le investigazioni svolte e i processi celebrati non hanno consentito la esauriente ricostruzione della dinamica dell’evento e la individuazione dei responsabili non debbono – conclude – far venir meno l’impegno convinto di tutte le istituzioni nel sostenere le indagini tuttora in corso”.

La senatrice Bonfietti lancia, invece, un appello al governo: “Vogliamo la verità. Per Cesare Battisti ci siamo tutti indignati e il Governo si è mosso. Non importa il risultato ottenuto, ma almeno ha mostrato interesse, io – continua – chiedo lo stesso interesse e forse anche di più per gli 81 cittadini italiani morti nei cieli di Ustica”.

Non mancano, però, le polemiche a corollario di questa commemorazione. La più dura quella che parte proprio da Bonfietti. “Non voglio nascondere – dichiara il presidente – che in questi ultimi tempi è stata messa in atto contro il lavoro dell’Associazione, il Museo per la memoria di Ustica, le istituzioni culturali di questa città e, in sostanza contro la verità, una violenta campagna di provocazione”. Bonfietti si riferisce alle esternazioni di ieri del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, che ha giudicato “intollerabili le fantasticherie di Andrea Purgatori che nella vicenda di Ustica, scrive sul Corsera, siano stati coinvolti quattro aerei militari” poi Giovanardi attacca l’associazione dei parenti delle vittime che sull’ipotesi tracciata da Purgatori chiede da anni che si faccia piena luce  e aggiunge: “La loro ricostruzione dei fatti è falsa“. Parole definite “inqualificabili” da parte dell’Idv.

Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, a differenza del suo collega di partito chiede “un chiarimento. Vogliamo la verità. E’ il momento di aprire, se ce ne sono ancora, dei registri che sono stati chiusi per troppi anni”. In linea con quanto espresso dal neosindaco di Bologna Virginio Merola, città che conta molte vittime in quel volo. “Io, come del resto tutti voi e l’intero Paese, non accetto – prosegue – che il percorso ostinato per la verità giudiziaria sia messo in discussione ciclicamente all’avvicinarsi di ogni anniversario della strage. La verità storica – rimarca – è innegabile: nei cieli di Ustica c’è stato un conflitto, uno scenario di guerra in cui un aereo di linea, con a bordo civili, è rimasto coinvolto”. Intanto, dopo oltre 30 anni, un nuovo testimone racconta di aver visto un duello aereo nei cieli della Calabria, sopra la Sila più precisamente. L’uomo, che ha preferito mantenere l’anonimato, si è detto pronto a riferire ciò che ha visto davanti ai magistrati. Descrive due caccia, probabilmente F-16, di colore verde militare e senza insegne, inseguirsi nei cieli in provincia di Catanzaro, più precisamente su Sellia Marina, poi racconta di alcuni bagliori in cielo durati un minuto.

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