Lascia il carcere Gennaro Mokbel. Ma solo per essere trasferito agli arresti domiciliari, per motivi di salute. Lo ha deciso oggi la prima sezione penale del tribunale di Roma, durante un’udienza del processo per il maxiriciclaggio di due miliardi di euro, realizzato tra il 2003 e il 2007, con una serie di truffe telefoniche finalizzate all’evasione dell’iva. L’imprenditore, coinvolto nel procedimento insieme ad ex manager e dirigenti di Fastweb e Telecom Italia Sparkle, è stato finora in carcere per 16 mesi.

Il tribunale ha confermato le esigenze cautelari per Mokbel, ritenute “pienamente sussistenti”, considerati “l’oggettiva e notevole gravità dei fatti” e il “ruolo di primissimo piano” che l’accusa imputa a all’imprenditore. Il giudice ha però deciso di accogliere la consulenza sanitaria dei periti di parte da cui, scrive il tribunale, “scaturisce un quadro oggettivamente preoccupante delle condizioni di salute dell’imputato”. In particolare, Mokbel soffrirebbe di una patologia cardiovascolare con “aumentati rischi di infarto acuto del miocardio e di ictus ischemico cerebrale”. Così gli sono stati assegnati gli arresti domiciliari nella sua casa romana, “con divieto assoluto di comunicare, con qualsiasi mezzo anche telefonico o informatico – ha stabilito il tribunale – con persone diverse da quelle che con lui coabitano, lo assistono o lo difendono”.

La procura aveva espresso il suo parere contrario, mentre i legali di Mokbel chiedevano da tanto che la loro istanza fosse accolta. L’imputato da qualche giorno aveva anche cominciato uno sciopero della fame per protestare contro le condizioni, a suo dire, intollerabili del carcere di Civitavecchia.

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