Sono 40 ragazzi che hanno ancora la voglia di cambiare il mondo. E hanno deciso di provarci, almeno per quanto riguarda il mondo universitario, ‘occupando’ un appartamento in borgo Tanzi 26, a Parma. Un luogo dove, 24 ore su 24, propongono attività, corsi formativi, mostre d’arte e di fotografia, laboratori. O semplicemente un luogo dove trovare rifugio da un mondo dove i giovani vengono schiacciati da un sistema che li rende eterni precari. Proprio per questo hanno voluto chiamare la loro associazione ‘Generazioni precarie’.

Hanno tutti dai 18 ai 28 anni. I più giovani stanno per affrontare l’esame di maturità. I più grandi stanno concludendo la specialistica e hanno iniziato a lavorare per mantenersi. Il 95% di loro, infatti, è uno studente fuori sede. Frequentano ogni tipo di facoltà e hanno messo a disposizione le loro conoscenze per il gruppo: gli studenti di scienze e tecniche alimentari coltivano le piantine di basilico, gli ingegneri hanno trovato il modo di far arrivare la corrente elettrica e illuminare casa, gli architetti hanno pensato a come risistemarla.

E tutti, dal 6 maggio, hanno portato fuori dalla casa di borgo Tanzi 26 sacchi e sacchi di immondizia e escrementi di piccione. “Qui era tutto sporco, un vero disastro”, spiegano Vincenzo Bruno e Jacopo Bergamo. “Era tutto abbandonato. Noi siamo entrati, abbiamo dato una ripulita e ora l’ambiente è perfettamente vivibile”.

Allestimenti fotografici, arredamento etnico, luci soffuse e odore di incenso per le stanze. Che l’appartamento di borgo Tanzi 26 sia in realtà una casa occupata dall’associazione ‘Generazioni precarie’ lo si capisce solo leggendo le scritte colorate sui muri: “Prima di sgomberarci, sgomberatevi il cervello. Noi siamo la comunità, toglietevi il cappello”.

Il loro intento infatti non era quello di occupare la casa per protestare, come spesso avviene in questi casi. Inizialmente il progetto di trovare uno stabile dove realizzare programmi per l’associazione e i giovani di Parma era un obiettivo condiviso dalla stessa università, con cui i ragazzi collaboravano. Una volta individuato lo stabile, però, il dialogo tra giovani e vertici dell’Ateneo si è stoppato.

Così, i ragazzi dell’associazione, si sono comunque presi il loro spazio. Sono entrati nell’appartamento di proprietà del demanio e dato in gestione all’università che era abbandonato e ricoperto di rifiuti, hanno pulito tre stanze e il cortile esterno, e hanno dato vita a un laboratorio di idee a spese loro.

Nell’appartamento, a turno, ci dormono per impedire che qualcuno li faccia sgomberare. E dentro si trovano mostre fotografiche, libri, sale studio sempre aperte. Non solo: hanno un progetto ben preciso su come ristrutturare lo stabile a spese zero per l’ateneo, che fino al giorno prima della loro occupazione lo aveva regalato a topi e piccioni.

”Vorremmo presentare al rettore il nostro progetto” spiega ancora Vincenzo Bruno. “Si potrebbe collaborare con le facoltà di architettura e ingegneria coinvolgendo gli studenti al posto di fare i soliti tirocini privati e utilizzando le competenze del nostro stesso ateneo per sistemare l’edificio. Lo fanno in tutto il mondo”.

Se l’università di Parma non ha mai tollerato la loro presenza e il rettore, Gino Ferretti, fino a oggi non si è dichiarato disponibile a un incontro con gli studenti, la casa di borgo Tanzi 26 è stata accolta con grande affetto dai residenti del quartiere Oltretorrente. Due settimane fa, infatti, i ragazzi hanno organizzato una grigliata a cui hanno partecipato un centinaio di residenti.

E sono stati gli stessi cittadini di Parma a offrire loro materiale per il restauro, per tinteggiare i muri, per gli allacciamenti elettrici (a cui pagano il rimborso al privato che li ha fatti attaccare alla propria casa). Una spesa di circa 2 mila euro, che gli studenti hanno coperto grazie agli aiuti ricevuti e all’autofinanziamento. A far loro i complimenti è stata nei giorni scorsi la senatrice parmigiana del Pd Albertina Soliani, accompagnata in visita dall’onorevole Carmen Motta.

“Ritengo che questi ragazzi vadano valorizzati e deve essere concessa loro fiducia”, commenta Soliani. “Hanno infatti un programma per la riqualificazione dell’appartamento e del suo utilizzo, aperto alla comunità. Hanno idee che vanno ascoltate e incoraggiate: finalmente qualcosa di nuovo a Parma. È l’invito che farò personalmente anche al rettore, Gino Ferretti, prima che scada il suo mandato: deve venire qui, visitare questo bellissimo appartamento e dare la fiducia e la forza necessaria a questi ragazzi per renderli protagonisti”.

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