Affaire Civis: da inadempimento in pubbliche forniture a frode. La procura della Repubblica di Bologna ha cambiato – aggravandolo – il reato contestato a sette persone nella vicenda dei tram su gomma a guida ottica – un progetto da 150 milioni di euro – che aveva portato all’accusa di corruzione all’ex sindaco Giorgio Guazzaloca.

La nuova ipotesi di reato riguarda i rappresentanti legali di Iribus Italia Spa, del gruppo Fiat, succedutosi dal 2002 al 2010. Sono Vincenzo Lasalvia, Giuseppe Amaturo, Salvatore Martelli e Pierre Fleck. C’è poi Pietro Collina del Consorzio Cooperative Costruzioni e ancora i due rappresentanti legali dell’associazione temporanea d’imprese tra Iribus e Ccc, Marco Sabene e Pierluigi Lucchini, entrambi con delega alla gestione delle attività d’appalto rispettivamente tra il 2004 e il 2007 e tra il 2007 a oggi.

In base alla ricostruzione formulata dal pubblico ministero titolare dell’indagine, Antonello Gustapane, la frode di evidenzierebbe nell’assenza di “cose e opere necessarie” al servizio pubblico di trasporto nella tratta tra il centro di Bologna e San Lazzaro di Savena. Il che avrebbe provocato “un danno patrimoniale di rilevante gravità pari allo stato delle somme erogate per gli stadi di avanzamento lavori”.

Più nel dettaglio, sono diversi i motivi del cambio d’imputazione. Tra questi, il ritardo – dal 29 maggio 2005 al 6 febbraio 2006 – con cui è stata consegnata la progettazione della prima tranche a causa della “non idoneità dell’apparato tecnico dell’Ati”, che non sarebbe stato in grado di elaborare un’opera così complessa e soprattutto rispondente alle linee definite nel 2004, prima dall’accordo preliminare e poi dall’appalto.

Inoltre al 28 giugno 2010 – data di consegna delle opere e delle forniture appaltate – non si è vista nemmeno la progettazione esecutiva delle opere civili, degli impianti di trazione elettrica e di quelli tecnologici di linea e di fermata in numerose zone del percorso (viale Pietramellara, via Amendola, via Milazzo, piazza dei Martiri, viale Ercolani e nelle sottostazioni Trento Trieste, Marconi e Due Madonne).

Sempre il 28 giugno 2010, poi, rispetto ai 17,44 chilometri appaltati, ne erano stati completati 5. Motivo? Ancora la “non adeguata organizzazione tecnica dell’Ati” che avrebbe impedito di ottenere le ordinanze per l’occupazione del suolo pubblico e le conseguenti modifiche alla circolazione. Infine, ma non ultimo in termini di importanza, non aver consegnato ad Atc mezzi che rispettassero le linee definite dall’appalto. In particolare, il sistema di trasporto presentato dall’associazione temporanea d’imprese ad Atc soffre di una serie di carenze.

Innanzitutto la commissione ministeriale di sicurezza ha detto il 1 giugno 2011 che “l’utilizzo della guida ottica ungo la linea non offre garanzie di sicurezza” e sarebbe “opportuno consentire l’utilizzo dei veicoli Civis […] soltanto in modalità manuale”. Il che, tradotto in altri termini, significa veder vanificati i vantaggi della guida ottica da cui si era partiti progettando il rinnovo dei trasporti bolognesi.

C’è poi da dire – come rileva la procura di Bologna – che i mezzi sono più lenti di 25 chilometri orari in fase di accostamento alle fermate, la precisione di accostamento alle banchine non è garantita e i mezzi si guastano più spesso rispetto a quanto dichiarato. Dunque – ha rilevato la commissione sicurezza – “il fascicolo di sicurezza predisposto dall’Ati non è idoneo a dimostrare la sicurezza del sistema di trasporto”.

Sul fronte commissione, in ultimo, questa mattina il pm Gustapane ha incontrato il direttore generale del trasporto pubblico locale per il ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Virginio Di Giambattista. Argomento in discussione di nuovo il fascicolo di sicurezza, soprattutto per quanto riguarda l’accostamento dei mezzi alle banchine, su cui dovranno essere forniti ulteriori elementi. E sui fronti futuri del progetto, tutto ora è legato alle proposte che il Comune di Bologna presenterà al ministero per conservare i finanziamenti erogati per il Civis. Se a Roma non saranno ritenute idonee, allora si aprirà un grave problema per Palazzo d’Accursio.

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