Si prova un’emozione particolare quando si alza lo sguardo dallo schermo cinematografico e si vedono le stelle. L’aria della sera, calda o frizzantina che sia, un po’ di umidità, l’odore degli alberi, qualche zanzara: è questo che rende da sempre il cinema all’aperto così affascinante.

Le arene cinematografiche all’aperto con proiezioni en plein air sono vecchie quasi quanto il cinema. E non è azzardato il paragone con quei frequentatissimi luoghi di divertimento e spettacolo estivi che furono gli antichi anfiteatri. Nell’antichità, e in seguito nel Cinquecento, nelle sere d’estate si usciva per andare a vedere attori che mettevano in scena dal vivo brillanti commedie o tragedie piene di pathos. Successivamente con l’Ottocento e con l’epoca borghese gli spettacoli vengono “rinchiusi” nei teatri e il divertimento diventa appannaggio delle elite. La nascita del cinema, infine, stravolge ogni cosa: anzitutto perché la settima arte è fin da subito uno svago per tutti, un passatempo popolare che porta subito con sé i primi cinema all’aperto, per le sere più calde, costruite nella maggior parte in epoca fascista.

Molti dei cinema all’aperto in Italia infatti risalgono ad epoche passate, al sud sono gli anfiteatri antichi a farla da padrone, primo fra tutti quello di Taormina, che ospita in questi giorni il 57° Taormina Film Fest, uno dei principali eventi cinematografici dell’estate italiana. Sono poi moltissime e sparse in tutta la penisola le arene costruite in epoca fascista, assolutamente riconoscibili a causa della loro architettura massiccia e partite dalla Romagna, dove negli anni Trenta gli architetti del fascio ne studiavano una al giorno.

Il grande schermo costruito in cemento così come spesso di cemento sono le panche, rendono le arene costruite nel Ventennio inconfondibili e sono in grado di testimoniare come la cinematografia fosse in quegli anni un elemento importantissimo all’interno della politica culturale dello stato fascista. In molte città inoltre ci sono delle vere e proprie tradizioni per il cinema outdoor, come quella romana sull’Isola Tiberina che dal 1995 è diventato uno dei punti di riferimento per le estati della capitale, tanto che nel 2010 ha visto un’affluenza di circa 300.000 persone nei due mesi e mezzo di programmazione. Si chiama infatti L’isola del Cinema la rassegna estiva che si svolge sulla piccola lingua di terra in mezzo al Tevere e che oltre all’arena all’aperto offre numerosi incontri con registi, autori e personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura.

Tantissime poi le arene con panorama “stellare” in Emilia-Romagna. Quelle associate all’Agis sono 41, record se paragonati con le altre regioni, e sono distribuite in tutte le province. Il primato spetta alla provincia di Ravenna, dove se ne trovano 11, poi vengono le 9 della provincia di Bologna (suggestivo quello in piazza Maggiore) e a seguire tutte le altre città, a testimonianza di come ancora tante persone scelgano, piuttosto che il divano di casa e magari il maxischermo al plasma acquistato in occasione dei mondiali dell’anno scorso, di uscire la sera.

Oltre ai cinema all’aperto alcune sale cinematografiche e alcuni teatri poi adibiti a cinema furono in quegli anni progettati con il tetto apribile e per molti spettatori questo fu subito spettacolo nello spettacolo. Con vista stelle, a Ferrara c’era il cinema teatro Nuovo, mentre a Bologna il cinema Imperiale. Ormai chiuso come molte sale del centro cittadino, l’Imperiale era stato ricavato all’interno di un vecchio palazzo di via Indipendenza ristrutturato ad hoc per farne un luogo di divertimento ed era nato con una particolarità che lo rendeva davvero suggestivo: era stato dotato di una cupola apribile, soluzione che all’epoca era avveniristica, per rinfrescare la sala nel periodo estivo. Tanto che molte persone cercavano di arrivare prima che la cupola si aprisse proprio per ammirare lo spettacolo del cielo stellato che appariva sopra le loro teste.

Ma tornando ai cinema all’aperto tra gli esempi più conosciuti di epoca fascista in Emilia Romagna c’è senza dubbio l’Arena Puccini di Bologna che sorge nel parco dell’Ex Dopolavoro Ferroviario e che con i suoi mille posti a sedere è una vera e propria tradizione delle estati bolognesi. Gestita da qualche anno dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con Itc Movie, fino a una quindicina di anni fa la Puccini offriva spettacoli comici e musical, qualcuno si ricorderà il Rocky Horror Picture Show interpretato dal duo Malandrino e Veronica. Oggi, dopo diverse vicissitudini, rischi di chiusura e mobilitazione da parte dei cittadini, l’Arena resiste e rilancia quest’anno con un rinnovato impianto di proiezione.

Di poco precedente all’epoca fascista è l’arena Astra di Parma, la più antica della città e immersa in un complesso che comprende anche una scuola e una piscina. Tra le più suggestive della regione c’è poi quella di Bagnacavallo che si trova all’interno dell’antico Parco delle Cappuccine, al fresco degli alberi secolari. Qui da ventisette anni l’associazione Cinecircolo Fuoriquadro organizza il cinema estivo e offre ai sempre numerosi spettatori serate di qualità.

Risale all’immediato dopoguerra l’arena Eliseo di Forlì. Nascosta in uno dei numerosi giardini interni dei palazzi del centro può ospitare ben quattrocento spettatori e il 28 giugno prossimo all’interno dei “martedì d’autore” offrirà una serata dedicata al Dogma con la proiezione di Festen di Thomas Vinterberg e con la presentazione del volume Purezza e castità. Il cinema di Dogma 95: Lars Von Trier e gli altri, dei forlivesi Matteo Lolletti e Michelangelo Pasini.

Molte delle arene estive presenti in Emilia Romagna per la programmazione estiva hanno scelto la qualità offrendo una programmazione selezionata oltre a incontri con registi, attori e sceneggiatori e hanno aderito all’iniziativa promossa dal Fice “Accadde domani”. Arrivato ormai alla diciassettesima edizione il piccolo festival itinerante di cinema punta quest’anno sul prodotto italiano e coinvolge ben ventitre realtà della regione per lo più arene estive. Nei prossimi due mesi e mezzo sono sessanta i film selezionati e proposti per il pubblico emiliano-romagnolo e più di cinquanta i momenti di incontro con registi e interpreti.

Tra gli ospiti attesi in regione per la rassegna ci sono Aureliano Amadei, il giovane regista di 20 sigarette che ha vinto il David di Donatello Giovani (il 27 e 28 giugno a Bologna e Carpi), Giorgia Cecere, regista di Il primo incarico (il 26, 27 e 28 giugno a Reggio Emilia, Parma e Rimini), Claudio Cupellini che con Una vita tranquilla ha avuto 4 nomination al David di Donatello (il 30 giugno a Bologna), Alice Rohrwacher regista di Corpo celeste (il 27 giugno a Reggio Emilia), Luca Vendruscolo, uno dei registi di Boris (il 5 e 6 luglio a Bologna e Forlì), Andrea Molaioli regista di Il Gioiellino (il 17 e il 18 luglio a Modena e Bologna).

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