Dopo aver letto il brutale titolo Chiagne e non fotte sulla prima pagina di Libero a suggello delle elezioni amministrative di maggio, mi era venuto da pensare che Feltri avesse abbandonato ogni parvenza di quell’aplomb anglosassone che affetta sullo schermo. Del resto la lingua inglese, per quanto agile, non sempre si presta a pennellate linguistiche fulminanti di caratura paragonabile a quella del dialetto napoletano.

Tuttavia, in materia di aplomb anglosassone, questa settimana mi sono dovuto ricredere: l’ultima copertina dell’Economist ha sdoganato anche nel bastione giornalistico dell’anglosfera il linguaggio pecoreccio per riassumere con cruda efficacia le nostre vicende politiche. Quel verbo nel titolo The man who screwed an entire country (“L’uomo che ha fregato un intero Paese”, nella traduzione più pudica) sfoga una volgarità solo un gradino inferiore rispetto al titolo sparato dalla redazione littoria.

Ora che gli argini lessicali sono stati travolti, nella fase convulsa post-referendum, non mancheranno, ci giurerei, occasioni per seppellire l’aplomb residuo sotto palate di trivialità. E come epitaffio sulla parabola del Caimano qualcuno scriverà: “Chiagne ed è fottuto”.

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