“Passione e Concretezza”. È con queste parole che Nevio Coral, rinomato imprenditore e politico di lungo corso, già più volte sindaco di Leinì (To), accoglie i visitatori del suo sito internet. I militari dell’arma lo hanno raggiunto questa notte, in Francia, per dare esecuzione al provvedimento di custodia cautelare in carcere che nell’ambito dell’inchiesta “Minotauro” lo vede accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.

Un reato pesante, per il quale il gip della Procura di Torino ha ravvisato l’esistenza di “prove consistenti”, e che andrebbero a colpire un volto noto del mondo politico-imprenditoriale canavese, esponente a vario titolo nelle società Edil.Ma.Co srl (in Villeneuve, Ao), Coral Finservice spa in Torino, Cosviluppo srl in Leinì (To), Ambita srl in Ciriè (To), Caltenergy srl in Volpiano (To), nonché fondatore (come si legge sul suo sito) con il sindaco di Rivarossa della Provana spa, Società pubblica di servizi intercomunali di cui sono oggi azionisti “circa ottanta Comuni”.

Non finisce qui. Nevio Coral, è difatti anche fondatore dell’associazione culturale “Nuove energie” , nata – si legge sempre sul sito – con “l’intento di incrementare la partecipazione di persone della società civile alla gestione della cosa pubblica” e al cui attivo sarebbe “l’elezione di propri rappresentanti in diversi consigli comunali di Torino e provincia” ma anche l’aver “contribuito all’elezione di Caterina Ferrero, nuora di Nevio Coral – nel Consiglio Regionale della Regione Piemonte”.

Il fatto è che l’imprenditore Nevio Coral, secondo gli inquirenti, avrebbe anche solidi rapporti con la ‘ndrangheta, venendo talvolta addirittura utilizzato dai suoi membri, si legge nella richiesta d’arresto depositata agli atti dell’inchiesta, come un “biglietto da visita” o addirittura un “giocattolo” che dà e produce soldi e perciò conteso tra gli affiliati.

Le carte dell’indagine documentano di una cena, organizzata dallo stesso Coral presso il ristorante Verdina di Volpiano, di proprietà del figlio Claudio, e finalizzata a promuovere la carriera politica dell’altro figlio, Ivano Coral, candidato alle provinciali del 6/7 giugno 2009. Una cena pre-elettorale, per organizzare la quale Nevio Coral si rivolge a Vincenzo Argirò, secondo gli inquirenti attivo nel “Crimine” di Torino, che si preoccupa di invitare alla cena anche altri “amici”.

Durante il convivio, Ivano Coral si rivolge ai presenti chiamandoli “imprenditori”, parlando dei progetti di sviluppo riguardanti la zona di Volpiano e lasciando intendere di vantaggi e profitti che giungerebbero per quanti si schierano dalla sua parte. Dal canto suo Argirò, seduto al tavolo, rassicura l’ospite Corala con frasi del tipo: “… dottore, noi siamo qua e siamo felici di esserlo perché … sanno che noi siamo qua con voi e saremo felici come lo siamo stati … anni fa …se voi vi ricordate bene …”. “Lasciando intendere – si legge nella richiesta dei pm – che in passato Coral ha già in qualche modo contribuito alle attività “imprenditoriali” di Argirò e questi alle sue “fortune” politiche, e che per tale motivo quest‟ultimo considera Coral un interlocutore affidabile”.

Gli ospiti al tavolo mostrano di avere grande stima in Ivano Coral e lui li ripaga sostenendo che avere “una tavolata di persone serie, per bene” è già di per sé “un miracolo”. Una tavolata di imprenditori, “qui siamo tutti imprenditori – dice Coral – ognuno nella sua misura, non è vero che siamo disonesti, abbiamo solo bisogno di lavorare”. L’importante è che la gente veda che le cose si fanno, se questo “principio lo adottiamo … su un gruppo che … e innanzitutto prendiamo uno lo mettiamo in Comune, l’altro lo mettiamo nel consiglio, l’altro lo mettiamo in una proloco, l’altro lo mettiamo in tutta altra cosa, magari arriviamo che ci ritroviamo persone nostre che ..– conclude Coral – …e diventiamo un gruppo forte”.

di Elena Ciccarello

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