Scendere o no in piazza per difendere l’Atalanta e la promozione in serie A? L’amletico dubbio in queste ore lacera Bergamo, finita nel tritacarne del calcioscommesse appena due settimane dopo aver festeggiato il ritorno nel massimo campionato. Balli e canti non se li ricorda più nessuno, i bergamaschi tremano al pensiero di quello che potrà accadere adesso. E reagiscono contro quello che gli ultras chiamano “massacro mediatico”. Perciò giovedì sera tutti in piazza a protestare contro le “sentenze già scritte” emesse dai titoloni dei giornali. L’input è arrivato dal leghista Daniele Belotti, assessore regionale al Territorio e storica testa pensante della tifoseria.

“Quanto sta succedendo è un dramma – ha detto -. Ci sono molta preoccupazione, tantissima indignazione e rabbia da parte dei tifosi verso la stampa nazionale che ha già condannato l’Atalanta”. L’appello ha diviso i politici locali, con alleanze bipartisan e mal di pancia trasversali. Il sindaco Franco Tentorio (Pdl) è stato il primo a frenare. “Le manie di persecuzione non ci appartengono”, ha avvisato. Prima di emettere giudizi, il sindaco preferisce aspettare che escano elementi più precisi dalle indagini, sottolineando che comunque vada il danno c’è già stato. “Se c’è colpevolezza è grave per l’Atalanta e per lo sport bergamasco. Se non c’è colpevolezza è gravissimo per l’immagine della squadra e dell’atleta. In ogni caso per l’Atalanta è una cosa grave”.

Il caso Atalanta agita anche la sinistra. Il segretario regionale del Pd Maurizio Martina, abituale frequentatore dello stadio, e il segretario provinciale Matteo Rossi si sono schierati a fianco dei tifosi senza esitazione: giovedì saranno in piazza a difendere l’onore atalantino infangato. Ma ci hanno pensato i loro colleghi in Consiglio comunale a raffreddarne gli entusiasmi. “Attendiamo che vengano accertate le responsabilità e che l’Atalanta venga dichiarata estranea. Per questa ragione si ritiene importante astenersi da qualsiasi tipo di manifestazione”. La frattura è servita, anche perché dalla sezione del Pd di Bonate Sopra è arrivato un ulteriore anatema: “E’ del tutto inopportuno manifestare senza la minima certezza di come si sono svolti i fatti”.

Pochissimi dubbi invece per il sindacato regionale della Cisl Gigi Petteni, atalantino doc. Per lui l’ombra del calcioscommesse è come il batterio killer. “Parteciperò alla marcia. Reagiamo alle sentenze mediatiche: non vogliamo fare la fine dei cetrioli per scoprire poi che è colpa della soia”.

Se i politici fanno i tifosi, i tifosi parlano da politici. Il Club amici dell’Atalanta lascia libertà di coscienza ai suoi iscritti sulla marcia di giovedì sera. Non manca nemmeno la voce di Federconsumatori, che sposta il riflettore sugli scommettitori onesti truffati. “Se si avvalorasse quanto al momento appare, ossia che alcune partite sono state truccate, oltre ai tifosi traditi ci dovremo occupare di chi ha perso soldi a causa dei fatti denunciati”. L’associazione boccia la manifestazione popolare perché “l’ultima cosa che riteniamo sia da fare in questa fase, mentre le indagini sono ancora in corso, è quella di prendere una posizione di parte e scendere in piazza a sostegno di una tesi. Soprattutto auspichiamo che le istituzioni e la politica evitino di interferire”. Come non detto.

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