Nelle polemiche seguite agli attacchi del Giornale contro Tettamanzi ora scende in campo Famiglia Cristiana. Per difendere l’arcivescovo di Milano. Dopo che il quotidiano di famiglia Berlusconi, sabato scorso, ha titolato “E Tettamanzi benedice il compagno Pisapia” un articolo in cui l’ex direttore Mario Giordano definiva il prelato uno con “sulle spalle il rosso cardinalizio, nel cuore il rosso politico”. E scriveva: “L’unica speranza è che arrivi presto il successore”. L’attacco di Giordano non era certo il primo dell’house organ berlusconiano. Il 23 maggio scorso il direttore Alessandro Sallusti del cardinale aveva detto: “Non soltan­to il principe della Chiesa ambrosiana non ha dato indicazioni chiare al suo gregge, ma le sue mezze frasi e la sua no­ta ambiguità sono certamente un aiuto ai mangiapreti alla Pisapia. Non conten­to di aver quasi distrutto la diocesi, oggi Tettamanzi e compagni cercano di di­struggere anche la città”. Mentre il 18 aprile a Tettamanzi era arrivata l’accusa di fare prediche ad personam.

Ora arriva la presa di posizione del settimanale dei Paolini: ”Serve un Nemico cui additare la colpa della disfatta e attenuare il bruciore di stomaco”. In un articolo online Il Giornale è accusato di avere applicato questo “giochetto persino col pastore di Milano, trasformato nel nuovo ‘Nemico della città’, colpevole di aver predicato il Vangelo, l’integrazione e l’accoglienza, di aver raccolto tredici milioni di euro per cinquemila famiglie divorate dalla crisi e di non benedire i 500 sgomberi dei campi rom abusivi della giunta Moratti costati svariati milioni di euro. O magari manchevole di definire Pisapia l’Anticristo”.

Famiglia Cristiana parla di “indignazione per la mistificazione e lo stravolgimento della realtà”. Nello stesso giorno in cui il Giornale è tornato sull’argomento con un editoriale in prima pagina di Magdi Cristiano Allam. Sotto il titolo “Legittimo criticare il cardinale che fa politica e si schiera con Pisapia”, Allam ha ribadito quanto già espresso da Giordano, e cioè che Tettamanzi ha dismesso “l’abito talare color rosso porpora per indossare quello del militante politico a sostegno di Pisapia”. Nell’editoriale ha poi contestato l’esistenza di un asse Pisapia-Tettamanzi, “espressione di una concezione relativista della persona, della società, dell’identità e della fede che consideriamo dannosa al punto da farci precipitare nel suicidio della nostra civiltà”.

Parole, quelle di Allam, a cui Famiglia Cristiana non fa mancare una risposta: “Definire ‘catto-relativista’ il cardinale Tettamanzi (già segretario generale della Conferenza episcopale italiana, autore di un Dizionario di bioetica di 457 pagine e membro del Pontificio consiglio della Pastorale per gli operatori sanitari), dandogli lezioni di etica, potrebbe apparire un tantinello pretenzioso per chiunque, ma evidentemente non per Allam”. E poi un invito a chi lavora nei giornali del Cavaliere: “Coraggio, volonterosi articolisti berlusconiani, fatevene una ragione, prima o poi l’acidità passerà”.

A difesa del cardinale di Milano è intervenuto ieri anche Avvenire. Il direttore del quotidiano dei vescovi, Marco Tarquinio, ha infatti definito l’articolo di Giordano ”un nuovo stordente caso di capovolgimento e mistificazione della realtà gabellato per esercizio della professione giornalistica e del diritto di critica” e ”una pagina di insensata enormità polemica, che potrebbe risultare ridicola se non esibisse una tragica e tristissima maliziosità”.

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