Cinque cittadini afghani sono stati arrestati per l’omicidio del carabiniere italiano Cristiano Congiu, ucciso ieri in Afghanistan nella regione del Panjshir. Il militare italiano era rimasto vittima di un agguato dopo avere difeso una donna.

Secondo le ricostruzioni, Congiu – ufficiale della Dcsa, la Direzione centrale dei servizi antidroga, a Kabul dal 2007 – si trovava in una località della valle del Panjshir, nell’Afghanistan nord orientale, insieme a due suoi conoscenti di vecchia data, entrambi civili: un afgano (che aveva anche frequentato l’Accademia militare di Modena, 6 o 7 anni fa) e una donna americana.

Durante questo loro viaggio hanno incrociato un gruppo di afgani. Uno di questi, un giovane, per motivi ancora imprecisati avrebbe afferrato la donna, sbattendola violentemente contro un muro. Congiu ha reagito all’aggressione e ha fatto fuoco con la sua pistola, ferendo lievemente al fianco il ragazzo.

Gli altri afgani sono scappati e lo stesso militare dell’Arma ha prestato le prime cure al giovane: stava per caricarlo in auto e trasportarlo in ospedale, quando i compagni del ragazzo ferito sono tornati, questa volta insieme ad altri uomini armati. Questi, da lontano, hanno sparato tre colpi di kalashnikov, uno dei quali ha centrato alla testa Congiu, che è morto sul colpo. La donna americana e l’afghano sono riusciti a raggiungere la loro vettura e a scappare. Al primo posto di polizia afgano, a circa un chilometro, hanno denunciato l’episodio.

Sul posto è atteso ora l’arrivo di quattro investigatori italiani. Ancora non è stato comunicato quando la salma di Congiu sarà rimpatriata.

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