C’è fermento nel Pdl dopo la presentazione di ieri del premier Silvio Berlusconi delle nuove linee per il partito. Disposizioni che in realtà si concentrano su una sola novità: l’introduzione della figura del segretario politico, affidata all’attuale ministro della Giustizia – presto dimissionario, ha promesso – Angelino Alfano. Dopo le voci dei giorni scorsi e le mezze ammissioni di ieri pomeriggio durante l’Ufficio di presidenza Pdl, in serata il Cavaliere ha sciolto le riserve a sopresa e annunciato pubblicamente il nuovo assetto del partito. Che sarà formalizzato nel Consiglio nazionale, previsto entro giugno. L’annuncio, già anticipato e disposto con i tre coordinatori nazionali – La Russa, Verdini e Bondi -, ha provocato le reazioni dei più. C’è chi è soddisfatto e senza riserve, chi si congratula ma guarda avanti, alle primarie, e chi invece si aspettava di più per restare.

Come la deputata Pdl Michaela Biancofiore, il cui malcontento era già noto. Tanto che avrebbe già depositato da settimane il simbolo di un nuovo soggetto politico, “Forza nazionale”. “Alfano commissariato dai soliti tre coordinatori: questa dovrebbe essere la rifondazione del Pdl? – attacca – Di sicuro non terrò più i miei. Ma c’è fermento in tutta Italia per un nuovo movimento”. Una “consapevolezza diffusa”, sostiene la deputata, “che con il Pdl in queste condizioni non si può andare da nessuna parte”. E chiama in causa il ministro Galan che, riferisce la Biancofiore, “sta portando argomenti identici ai nostri”.

E proprio il titolare dei Beni Culturali, Giancarlo Galan, sembra rappresentare il gruppo di mezzo. Quello di chi, almeno nelle dichiarazioni, si dice soddisfatto della nomina di Alfano, ma proprio perché sente come necessario un cambiamento all’interno del partito. O meglio, nelle parole di Galan, “per resettare il Pdl”. “Era giunto il momento di dare una scossa – aggiunge il ministro – perché continuando con questo tipo di politica economica e con questo tipo di organizzazione di partito saremmo morti”. Alfano potrebbe quindi salvare un partito che “si sta schierando sempre più su lidi confessionali anziché su posizioni liberali”. Il nuovo segretario o chi per lui, visto che da più parti si invocano le primarie anche nel centrodestra. “Sarebbe autolesionistico da parte nostra continuare a lasciare che i nostri avversari ne detengano l’esclusiva”, spiega Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del Pdl al Senato. Un metodo democrarico che il vicepresidente dell’Assemblea di Palazzo Madama, Domenico Nania, vorrebbe “istituzionalizzate per legge”, perché “sono la soluzione migliore per rimodulare la scelta della classe dirigente e per riavvicinare i cittadini alla politica”. Una soluzione a una spaccatura con il Paese evidente alle urne delle amministrative.

Al nuovo segretario arrivano però anche diversi auguri, senza ipoteche sul futuro. Come quelli del ministro per le Politiche agricole, Saverio Romano, che l’ha definito un giovane “bravo, politicamente attrezzato. Una scelta azzeccata”. “Eravamo insieme nella Dc – racconta -, lo conosco dal 1987. Angelino è davvero un punto fermo”. E proprio per la passata militanza del nuovo segretario nella Dc si compiace un altro ex democristiano e membro dell’esecutivo, il ministro per l’Attuazione del Programma di Governo, Gianfranco Rotondi. “Leggo con piacere su un giornale che l’elezione di Angelino è stata una rivoluzione democristiana – dichiara -. La definizione mi piace molto e per questo considero quella di ieri una bellissima giornata».

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