Un rock d’avanguardia, intenso, sintesi tra modernismo e voragini primordiali, il loro disco “The Threat Remains and is very Real” metaforicamente rappresenta un calderone apocalittico in cui la band sarda Recs of the Flesh – formata da Federico Loche al basso, Massimo Usai voce e chitarra, Sara Melis tastiere e Petr Studihrad alla batteria –, gettano sedimenti di punk, rock, dark, dub, industrial, miscelando sapientemente e alla fine creando un disco che rappresenta un punto di partenza che si pone su un più alto livello rispetto a un panorama che è pieno zeppo di novità nell’ambiente indie.

Abbiamo intervistato la voce del gruppo Massimo Usai per capire meglio come nasce il progetto Recs of the Flesh, attivi sin dal 2004, e come siano giunti dopo una serie di demo ed Ep al primo full-length, “Illusory Fields Of Unconsciousness”, un concentrato di esplorazioni psichedeliche e post-dark.

Massimo, il vostro “The Threat Remains and is Very Real” è un album il cui ascolto è coinvolgente, con un sound atmosferico e avvolgente in grado di portare in un’altra dimensione: la vostra. Qual è il vostro metodo di composizione?
Cerchiamo di continuo ispirazione per musica e testi, talvolta semplicemente improvvisando su basso-chitarra-batteria, talvolta colpiti da improvvise folgorazioni che a me personalmente, mi costringono ad andare in giro con un registratore sempre pronto all’uso. Quando l’incipit è pronto – può trattarsi di un titolo ficcante, un riff che mi sembra particolarmente accattivante o l’idea per un testo – lavoriamo a una struttura e cerchiamo di orientarla verso una forma-canzone appropriata. Fondamentale è l’apporto di Sara, il cui contributo ci è spesso d’aiuto per capire se abbiamo fra le mani qualcosa di veramente valido o meno. Poi registriamo delle bozze che diventano sostanzialmente definitive, e accantoniamo in vista del prossimo lavoro. A volte comporre è straordinariamente semplice, quasi come captare dei segnali misteriosi dall’etere, e a volte è un vero sbattimento… ma ogni volta che un brano è pronto si prova una splendida sensazione. Così sono nati dapprima Illusory Fields of Unconsciousness e dunque The Threat Remains and is Very Real.

Emerge da parte vostra l’esigenza di uscire dai confini, superando ogni tipo di barriera. Quali sono le vostre ambizioni? Com’è fare musica, oggi, in Italia dove molto spesso generi come il vostro vengono lasciati cadere nell’oblio?
Le barriere non ci servono, sono quasi sempre dannose e personalmente mi hanno sempre infastidito. Il mondo è grande. Le nostre ambizioni credo siano abbastanza modeste, ci piacerebbe soltanto raggiungere il maggior numero di ascoltatori possibile. Sappiamo di non poter pretendere tanto e siamo molto grati di tutto il supporto che abbiamo sinora ricevuto. In Italia le cose per la musica vanno malissimo e non è una novità, si rileva scarsissima curiosità intellettuale (spesso proprio da parte dei cosiddetti ‘esperti di settore’) e scarso interesse del pubblico in genere. In Sardegna siamo ulteriormente penalizzati dalle distanze e dall’insularità, ma siamo orgogliosissimi di tutto quello che, nonostante le difficoltà, siamo riusciti a fare. If there’s a will there’s a way, diceva qualcuno… e aveva ragione!

Il vostro ultimo album è uscito nel novembre scorso. Quali risultati avete ottenuto? Avete fatto tournée?
Abbiamo in programma una tournée in Germania per la fine dell’estate, e teniamo le dita incrociate dato che per diverse ragioni ancora non ci è stato possibile muoverci. Abbiamo presentato il disco dal vivo qui a Cagliari nel febbraio scorso, Petr (il batterista, ndr) è venuto da Praga per l’occasione, e durante la serata siamo riusciti a realizzare un dvd del quale stiamo attualmente curando l’editing. L’album ha ricevuto una buona diffusione tramite Bandcamp.com e adesso speriamo di spingere gli ascolti attraverso il nuovo video di Subliminal/Delusional, che abbiamo recentemente realizzato con la crew di Quadratino Pericoloso, una validissima video factory locale.

Qual è stato il momento più emozionante della vostra carriera?
Onestamente ce ne sono stati tanti… ad esempio nel 2008 quando abbiamo suonato dal vivo a St. Paul con Justin al basso è stato il nostro primo live negli States e il primissimo in assoluto per Sara, un vero battesimo del fuoco. E’ stato fantastico registrare con Petr nei Faust Records a Praga, gli studi dove l’influenza dell’indimenticabile Paul Raven (il bassista dei Killing Joke scomparso nel 2007, ndr) ha lasciato un segno indelebile. Ed è stato splendido far quadrare i conti dal vivo alla presentazione del disco quest’anno, la prima performance della nuova line-up tutti insieme: Federico e Petr che si conoscevano personalmente da un giorno appena e già solidissimi in qualità di sezione ritmica d’eccezione. Ora attendiamo il prossimo live con ansia…

Come pensate si evolveranno i Recs of the Flesh?
Dal punto di vista sonoro speriamo di aver tracciato un solco percorribile a lungo, nel quale continuare a trovare il piacere di far confluire influenze diverse mantenendo un sound personale. Suoniamo e scriviamo sempre solo ciò che ci piacerebbe ascoltare e questo non credo cambierà mai. Posso anticipare che a luglio ci ritroveremo in studio, questa volta sull’isola, e che se i conti torneranno a quadrare dovremmo uscirne con 6 nuovi brani per un EP, in attesa di pianificare delle date dal vivo in un futuro non troppo lontano. Speriamo bene!!!

Per saperne di più andate sul loro sito o sul myspace – E come sempre… Vive le Rock!

credits:
released 21 January 2011
all music & lyrics by Massimo Usai, 2009/2010

Articolo Precedente

Nella mente del neurochirurgo

next
Articolo Successivo

Musei e gallerie d’arte sono sempre più “social”

next