La Marotta & Cafiero è una storica casa editrice di Napoli che nel 2010, dopo 50 anni sotto la guida della famiglia Marotta, viene rilevata da Rosario Esposito La Rossa e Maddalena Stornaiuolo, dell’associazione Vo.di.Sca. (Voci di Scampia). Da Posillipo la sede si trasferisce nel quartiere di Scampia.

L’impresa editoriale è gestita interamente da giovani residenti nel quartiere. L’azienda, così come riportato sul sito web, «non vuole essere solo una società capitalista che usa come fonte di guadagno la letteratura, il prodotto libro, ma un impresa culturale politica, che si occupa dei problemi del suo tempo, che utilizza la carta stampata come strumento di cambiamento delle coscienze e della società».

Consequenziale è stata la scelta di sostenere alcune pubblicazioni puntando sulle Produzioni dal basso, una piattaforma internet indipendente, orizzontale e gratuita.

Un sistema alternativo per finanziare i progetti editoriali tramite una sottoscrizione popolare. In questo modo l’autore può farsi un’idea dell’interesse potenziale stimolato dall’opera e l’editore può coprire le spese di produzione. Grazie al contributo delle quote versate dagli internauti aderenti alle “Produzioni dal Basso”, la Marotta & Cafiero darà alle stampe il libro Il Festival a casa del boss.

L’opera è il resoconto delle quattro edizioni del Festival dell’Impegno Civile, promosso dal Comitato don Peppe Diana e da Libera di Caserta. unica rassegna italiana interamente realizzata nei beni confiscati alla criminalità organizzata.

L’opera, scritta dal giornalista Pietro Nardiello, ideatore e direttore artistico della rassegna, nonché coautore di Strozzateci Tutti, narrerà i motivi, i retroscena, le difficoltà, le speranze, ma anche i piccoli passi quotidiani compiuti da una rassegna realizzata in luoghi emblematici in cui il disordine urbanistico e l’impresa economica hanno rappresentato l’altra faccia dell’onnipotenza dei clan.

Si accende, dunque, un riflettore sui beni confiscati ai mafiosi nei quali associazioni di volontariato e cooperative sociali stanno costruendo un’Italia diversa.

Il racconto sarà intervallato e ritmato da una serie di interviste effettuate dai giornalisti che hanno partecipato alle edizioni del Festival: Annateresa Damiano e Francesca Ghidini di Rai 3 – Campania, Chiara Marasca («Corriere del Mezzogiorno»), Toni Mira («Avenire»), Sfefano Corradino (direttore di Articolo 21), Vito Faenza (già a «l’Unità» e «Corriere del Mezzogiorno»), Mariagrazia Poggiagliolmi e Armida Parisi («Il Roma») e Conchita Sannino («La Repubblica»).

Il nostro blog vuole sostenere la pubblicazione dell’opera di Pietro Nardiello, non solo e non tanto perché è uno degli autori da strozzare, ma perché crediamo che bisogna dare voce ad un’Italia migliore, che resiste nonostante tutto.

di Marcello Ravveduto

Per conoscere meglio il collettivo Strozzateci Tutti clicca qui

Articolo Precedente

“Gesù è più forte della Camorra”, il libro di don Aniello Manganiello

next
Articolo Successivo

I camorristi sono vittime: intervista a Ciccio Merolla

next