Tre mesi dopo l’inizio delle rivolte, continuano gli scontri in Libia. Se l’equilibrio di terra tra le forze lealiste e gli insorti non ha subito grandi cambiamenti, le forze Nato impegnate nei raid aerei nella regione annunciano di aver ormai ridotto al minimo la capacità militare del regime di Muammar Gheddafi. Presto verranno impiegati a Misurata – una dei fronti più caldi e a emergenza umanitaria – gli elicotteri da guerra britannici Apache e i francesi Tigre, per operazioni più mirate. Cinque forti esplosioni si sono intanto registrate nella notte a Tripoli, nell’areain cui si trova la caserma-bunker di Bab al Azizizya, presunta residenza del rais. Nel mirino del raid, secondo fonti libiche citate dalla Cnn, sarebbe stata una base militare all’interno del compound utilizzata per accogliere i volontari pro-regime. A Misurata sono invece ripresi i combattimenti, dopo un periodo di relativa calma che aveva fatto scendere negli ultimi giorni il numero di vittime: 12 morti e 70 feriti al giorno, secono l’Organizzazione mondiale della sanità.

Scontri si sono registrati anche a Zintan – 150 chilometri a sudovest della capitale – dove testimoni raccontano della caduta di almeno cento razzi nel corso della notte. Una situazione talmente critica che Medici senza frontiere ha deciso oggi di evacuare il proprio personale dalla città. “Negli scorsi giorni, il centro della città è stato bombardato tutti i pomeriggi – ha spiegato Morten Rostrup, medico di terapia intensiva di Msf – con razzi che sono caduti a soli 100-200 metri dall’ospedale”. Fermo invece a circa 40 chilometri a ovest di Ajdabiya il fronte orientale. Conquistato e più volte perso dai ribelli, è il punto di accesso ai siti petroliferi più importanti del Paese.

Della questione libica si sono occupati intanto anche i rappresentanti dei governi presenti al G8 di Deauville. Il premier britannico David Cameron si è detto convinto che da oggi il conflitto per destituire Gheddafi sia entrato in una nuova fase, anche perché il regime mostra oramai segni di debolezza. Il ha invece tuonato che con il rais “Con il rais non è possibile alcuna mediazione”, ha invece tuonato Nicolas Sarkozy, secondo cui l’unica soluzione alla crisi passa per la via militare. Il presidente francese andrà in visita a Bengasi la prossima settimana e ha annunciato oggi che porterà con lui Cameron. Nonostante le dichiarazioni di alcuni leader a un maggiore impegno, il generale Charles Bouchard, comandante dell’operazione militare Nato in Libia, ha precisato che l’Alleanza “non ha nessuna intenzione” di inviare nella regione forze di terra. Una posizione che troverà favorevoli in parecchi, soprattutto in Italia dove, dopo le critiche leghiste alla missione italiana, continuano le polemiche interne alla maggioranza. “Si tratta di una guerra sbagliata che sta mietendo vittime civili pur con l’intento di impedirle” è il commento del governatore della regione Lombardia, Roberto Formigoni, secondo cui “è illusorio pensare che una volta fatto fuori Gheddafi i problemi si risolveranno”.

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