Il Ccc (Consorzio cooperative costruzuioni) non ha corrotto l’ingegnere Claudio Comani, ex menbro del cda di Atc (società di trasporti di Bologna) per la vicenda del Civis liquidandogli un onorario di 315.000 euro tramite la società Tesi per la ristrutturazione di un immobile di via Marco Emilio Lepido come sostiene l’accusa. Perché in quel progetto Comani era già coinvolto, dal 2002, quando l’immobile non era ancora di proprietà del consorzio, ma di Ducati Energia. Ccc è subentrato nell’affare, mantenendo Comani con prestatore d’opera, ma riducendogli addirittura il compenso previsto dagli accordi stilati con la precedente proprietà. Lo ha sostenuto, parlando con l’Ansa Piero Collina, presidente del consorzio (nell’Ati che si è aggiudicata l’appalto Civis).

Nell’inchiesta sul tram a guida ottica che deve essere realizzato a Bologna, Collina, si è saputo ieri, è indagato per corruzione (come Comani) e inadempimento di pubbliche forniture.

“Abbiamo trovato l’opportunità di realizzare la nostra sede su una area che era di Ducati Energia – ha detto – su quell’area era già stata fatta una attività da Comani per un contratto che aveva con Guidalberto Guidi (Ducati Energia, ndr) dal 2002. Nel frattempo era stato fatto anche un preliminare con Coop Costruzioni: noi ci siamo siamo inseriti in quel preliminare”.

Comani è stato a quel punto mantenuto nel progetto, ma con un ruolo ridotto, secondo per Collina. “Inizialmente aveva progettazione, direzione lavori e sicurezza – ha detto – gli abbiamo lasciato la sicurezza, nella progettazione l’incarico per la fase esecutiva, ma per il resto l’abbiamo inserito nel pool dei nostri progettisti di Open Project-STS, perchè il suo progetto non era di nostro gradimento. Il suo progetto l’abbiamo trasferito ad altri, lasciandogli un piccolo spazio e annullandogli il contratto che aveva precedentemente per la progettazione e la direzione lavori”.

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