Dopo gli ascolti, i soldi e la politica vediamo ora cosa potrà accadere per il nostro futuro. Molti si chiedono: “Sky vi ha cancellato, ma non esiste un modello alternativo?”. La risposta anche questa volta è semplice: sì, esiste, anzi, ne esistono diversi.

Il principale è naturalmente il Digitale Terrestre (Dtt). Current Tv (medie 2010) su Sky ha avuto circa 3.500 spettatori medi ogni minuto (notte compresa), con oltre 400 mila contatti unici al giorno (oltre 2 milioni di contatti unici settimanali e 5 milioni di contatti unici al mese). Questo su un bacino stimato di 12-14 milioni di individui, ovvero l’universo Sky.

Il Digitale Terrestre arriverà a coprire nei prossimi mesi oltre il 90% della popolazione italiana. Già oggi, comunque, si stima un fattore moltiplicatore di x5 come pubblico potenziale nel passaggio tra Sky e Dtt. Quindi in teoria, passando su Dtt, Current Tv potrebbe avere 17-18 mila spettatori medi al minuto.

A questo elemento vogliamo aggiungere un aumento delle ore di programmazione fresca da mettere in palinsesto. Fino a oggi ne abbiamo avuto circa 220 l’anno, decisamente poche per implementare un palinsesto strutturato – ma questo è quanto abbiamo potuto esprimere con il budget a disposizione. Vorremmo portare il numero di ore di contenuti freschi a 600, quindi applicando un fattore x3. Generalmente, aumentando le ore di contenuti freschi, aumentano gli ascolti (meno repliche = più pubblico che guarda nuovi contenuti): con 600 ore di contenuti stimiamo di poter partire da un x2 di ascolti.

Sommando quindi i maggiori ascolti derivati dall’aumento di ore di programmazione a quello derivante dall’allargamento del bacino di pubblico potenziale possiamo prudenzialmente stimare che portando Current Tv su Dtt potremmo partire il primo anno con una base di 20-30 mila spettatori medi al minuto. Questo per poi crescere fino ad almeno 60 mila spettatori minuto nei successivi due anni. Questa stima ci porterebbe nel bacino dei canali che superano lo 0,5% di share nazionale, ovvero in quella cerchia di canali di grande valore da un punto di vista pubblicitario.

Queste sono stime, previsioni, fatte in base a ragionamenti condivisi con esperti del settore Dtt, concessionarie pubblicitarie etc. Ogni previsione deve essere confermata nei fatti – e questo è sempre il passaggio più complicato – ma ad ogni modo questo scenario porterebbe a dire che spostare Current Tv su Dtt avrebbe grandi convenienze: un numero di spettatori decisamente più ampio, un peso quindi più importante ed influente nel panorama Tv nazionale, un modello di business con numeri di raccolta pubblicitaria molto interessante.

Quali sono le difficoltà per attivare un canale su Dtt?

1) E’ necessario versare una “caparra” di oltre 6 milioni di euro.
2) Per avere un business model sostenibile è necessario avere un buon numero di canale (entro i primi 100). Questo è ancora possibile ma le peripezie per l’assegnazione del numero di canale (Lcn) sembrano essere non poche.
3) E’ necessario affittare la capacità di trasporto, la banda Dtt per trasmettere il canale. Su base nazionale – con un buon carrier – costituisce un costo a tendere tra i 3 e i 4,5 milioni di euro l’anno.
4) E’ quindi fondamentale avere una solida raccolta pubblicitaria – con una buona concessionaria – e con brand che vogliano investire sul canale.

Quindi per entrare nel magico mondo del Dtt esistono una serie di barriere d’ingresso non indifferenti – non solo per Current Tv ma per chiunque. La cosiddetta “democratizzazione dell’accesso al sistema televisivo” sbandierata con l’avvento del Dtt è in realtà bloccata da un sistema di regole e, soprattutto, di costi che rendono possibile l’ingresso in questo settore solo a pochi, pochissimi (per il momento quasi solo gli stessi di sempre).

Current Tv potrà essere distribuita su Dtt? Sì, se troveremo una risposta solida per far quadrare tutti i pezzi. Per il momento abbiamo avuto moltissimi interessi da parte di tanti soggetti importanti. Siamo fiduciosi, ci stiamo lavorando.

In aggiunta al Dtt, altre due piattaforme di distribuzione: Tv Sat,  la piattaforma satellitare free (gestita da Rai, Mediaset e Telecom) che ha appena compiuto due anni di vita e che ha quasi raggiunto un milione di box venduti, e quindi Internet, con lo streaming del canale online visibile a tutti. Sono due ulteriori distribuzioni che stiamo considerando, che aiuterebbero ad ampliare in maniera significativa il bacino di spettatori (anche se implicano un maggior costo nell’acquisizione dei diritti).

Un progetto complesso, che stiamo analizzando con convinzione, penalizzati dal ridicolo periodo di tempo che Sky ci ha concesso per rimanere in vita (fino al 31 luglio 2011). Ma è un progetto che ad oggi sembra più che fattibile. Non è da escludersi poi che non proveremo ad implementare – come suggeritoci da molti di voi – un modello di sottoscrizione popolare che possa aiutare il canale a vivere. Tutto questo è in fase di studio, idee e contributi sono ben accetti.

Una cosa è certa: non molleremo. Vogliamo continuare a esistere, essere ancora più visibili per poter dare sempre più fastidio proponendo – a questo punto all’intera platea televisiva nazionale – tutte le scomode verità che nessuno ha il coraggio di raccontare.

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