Parlano italiano, inglese, francese, spagnolo e tedesco perfettamente. Spesso sono loro che, con un nome di fantasia, rispondono al numero del servizio clienti della propria compagnia telefonica. E’ il popolo dei call center che in Tunisia ammonta a 20mila persone.
Meno della metà di loro lavora per la clientela tunisina. La maggior parte lavora in outsourcing per il servizio clienti delle maggiori compagnie telefoniche e pay tv europee. Come Tayari Safouane, collaboratore della Transcom, una delle aziende principali di questo mercato che annovera fra i suoi clienti le principali aziende italiane di tlc. Il suo obiettivo è di creare un sindacato che possa difendere salario e diritti dei suoi colleghi. “Non voglio dire che siamo pagati male  rispetto alla media dei lavoratori in Tunisia – racconta – ma certo le multinazionali per cui lavoriamo guadagnano molto di più su di noi che sul resto dei dipendenti in Europa”. Ma quanto guadagna il popolo dei centralinisti? “I primi sei mesi, durante il periodo di prova – risponde Tayari –  sui 540 dinari al mese (circa 270 euro, ndr), dopo un anno 640. Di Paolo Hutter e Cosimo Caridi

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