Un consorzio pubblico di matrice Pd, una società anonima lussemburghese e una fiduciaria di Bologna nota, tra le altre cose, per custodire le azioni di una grande società di intercettazioni. Il tutto amalgamato con prestiti Unipol e interessi delle coop rosse. E’ il denso ‘minestrone’ che viene fuori andando a scoperchiare la ‘pentola’ dell’autodromo Enzo e Dino Ferrari, la prestigiosa pista imolese che soltanto quest’anno frutterà 4,7 milioni di euro di fatturato.

Ma chi è che fa affari sul circuito? Per trovare la risposta bisognerà andare fino in Lussemburgo, passando per Roma e anche per la Svizzera, sulle tracce di imprenditori e politici. Andiamo con ordine. La pista – si sa – è di proprietà del Comune, ma a farla funzionare è Formula Imola, una società creata ad hoc nel 2008, che oggi è a maggioranza pubblica. Dalla sua nascita ad oggi, FI ha subìto diverse trasformazioni: l’ultima, la più importante, è successiva al fallimento del 17 febbraio 2010, quando il Tribunale di Bologna ha decretato l’insolvenza della società per debiti. Poi, grazie all’intervento del socio pubblico, il Consorzio azienda multi servizi intercomunale (ConAmi, socio di Hera), che ha tacitato i creditori sborsando ben quattro milioni di euro di tasca propria, la procedura fallimentare è stata chiusa in tempi record. E così il ConAmi, che normalmente gestisce parcheggi, acqua e altri servizi nei 23 Comuni consorziati, ha preso il controllo del circuito acquisendo il 57% delle quote di Formula Imola.

Il socio nascosto. Ma chi è che detiene il restante 43%? Come risulta dai documenti della camera di commercio, ad affiancare il consorzio pubblico c’è un unico socio privato: Motorsport Eventi. Di questa società si può conoscere l’amministratore (è l’avvocato milanese Alessandro Monza), ma non il reale proprietario. A sua volta, infatti, Motorsport Eventi risulta partecipata dalla Industrial resources Investments, una sa con sede in Lussemburgo (a parte l’indirizzo, rue de l’Eau, non è dato sapere altro), e dalla Sofir, una fiduciaria con sede in piazza dei Martiri, a Bologna. A conti fatti, dunque, il socio pubblico è in affari con un partner ignoto.

Da Roma al Lussemburgo. Come ci è finita Formula Imola in Lussemburgo? Per trovare la risposta basta guardare in casa. Tutto porta a pensare, infatti, che l’uomo chiave di questa operazione sia lo stesso presidente di FI: Uberto Selvatico Estense. Rampollo dell’omonimo casato e figlio di un membro del cda della Fondazione, Uberto è noto per presiedere anche la società romana Playmedia company (quella che in Italia edita la rivista Playboy). A chi appartiene Playmedia company? Alla stessa società lussemburghese che controlla Motorsport Eventi: ed ecco il legame con Formula Imola. Inoltre, andando a sbirciare nel curriculum di Selvatico Estense si scopre che è socio e amministratore di Accademia sgr, una società del gruppo svizzero banca del Sempione che gestisce capitali dalla Svizzera, dal Lussemburgo e dalle Bahamas. In altre parole, se non è lui il proprietario della società offshore, sicuramente è l’unico (o uno dei pochi) a sapere chi c’è dietro il palazzo di rue de l’Eau.

Il ruolo di Unipol. Un’informazione in più, però, la visura camerale la fornisce: dietro la società lussemburghese c’è un pegno di Unipol gruppo finanziario (Ugf) sulla proprietà di Motorsport eventi. Un altro pegno Ugf spunta anche dietro l’altro socio: la Sofir di Bologna (che partecipa in Motorsport eventi con 10.000 euro). La stessa Sofir, poi, è nota per essere legata a doppio filo con l’ex numero uno di Unipol, Giovanni Consorte, fin dai tempi di Bancopoli. Questa fiduciaria, infatti, schermava il reale proprietario della Teti, una immobiliare di Bologna a cui l’ex presidente Unipol girava i guadagni di operazioni che Bankitalia definì “irregolari”. La stessa Sofir si scoprì proprietaria dell’intero pacchetto azionario della Research control system, società di intercettazioni che possedeva le famose conversazioni tra Consorte e Piero Fassino. Che siano tutte coincidenze? Può darsi. Ma tornando a Imola, la trama si infittisce. Al fianco di Uberto Selvatico Estense, infatti, nel ruolo di vicepresidente troviamo un altro top manager di Unipol: Valentino Pischedda, già vicepresidente di Unipol finanziaria, e attuale revisore dei conti di ConAmi.

Facendo il percorso inverso e partendo da Unipol, si finisce ancora a Imola. A guidare Ugf assicurazioni, infatti, troviamo l’imolese Vanes Galanti. Cosa c’entra con l’autodromo? Il legame, questa volta, passa per le cooperative. O meglio, per la più potente delle coop imolesi: la Cesi, di cui Galanti è direttore generale, e che in autodromo ha fatto dei lavori (Cesi era tra i creditori da tacitare nella procedura fallimentare).

L’intreccio con la politica. A entrare con mani e piedi nella pista, non sono solo le cooperative: è anche la politica. Certo, se ad avere il controllo della società è un consorzio pubblico, va da sé che siano i rappresentanti dei cittadini a gestirla. Ma in questo caso si ha l’impressione che sia tutto un affare gestito in casa Pd, o meglio, ex Ds. A cominciare dal vicepresidente di Formula Imola, Valentino Pischedda, uomo di fiducia dell’ex sindaco e deputato Pd, Massimo Marchignoli (dalemiano doc), per poi passare al presidente di ConAmi e membro del cda di FI, l’ex assessore, Daniele Montroni. E chi troviamo nel ruolo di revisore dei conti? Un altro ex assessore: Vittorio Lenzi, attuale segretario del deputato Massimo Marchignoli. Insomma, non si scappa. L’autodromo Enzo e Dino Ferrari sembra essere saldamente in mano alla solita élite imolese, grazie alla benedizione del gruppo finanziario Unipol. Ma nessuno di questi rappresentanti dei cittadini ha mai voluto spiegare il perché della presenza di una società offshore e di una fiduciaria. “Non mi riguarda”, aveva replicato secco il numero uno di ConAmi, Montroni. “Tutti sanno che dietro Motorsport eventi c’è un fondo in Lussemburgo – ha minimizzato l’attuale sindaco, Daniele Manca – ciò che conta è che la pista funzioni”. E funzionerà, verosimilmente, almeno fino al 2013, anno in cui a Imola si voterà.

Elena Boromeo

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