Sostenitori di Berlusconi fuori dal tribunale di Milano

“Sono in silenzio elettorale, non mi fido di voi. Ho la più grande sfiducia nella situazione informativa”. Queste le parole di Silvio Berlusconi ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulle elezioni amministrative durante una pausa dell’udienza del processo Mills, in cui è imputato per corruzione in atti giudiziari. Da fine marzo è la quinta volta che il premier si presenta al palazzo di Giustizia di Milano per i processi nei quali è imputato. Dopo un paio d’ore, il presidente ha abbandonato l’aula, facendo sapere che non tornerà in tribunale nel pomeriggio. A differenza delle altre udienze, che hanno visto contestazioni e tensioni tra sostenitori e contestatori del premier, oggi fuori dall’ingresso laterale del tribunale in via Friguglia la situazione appare molto più tranquilla.

Sono appena una decina le persone che, al di là delle transenne, hanno esposto cartelli contro Berlusconi (‘Sei la nostra vergogna’, ‘Chi è contro i magistrati è contro la legge’) e intonato cori (”Fuori i mafiosi dallo Stato” e “Vergogna, vergogna”). Ancora meno i simpatizzanti del premier, dopo che il coordinamento del Pdl lombardo ha invitato a limitare le manifestazioni d’affetto, dato che sono ancora in corso le elezioni.

L’udienza è iniziata stamattina con la testimonianza dell’ex manager di Formula Uno, Flavio Briatore, ex cliente dell’avvocato Mills. “Quando ci fu un tentativo di riavvicinamento da parte sua nel 2005, non ne volli sapere: avevamo avuto molti problemi per colpa sua perché non ci disse la verità”, così l’imprenditore spiega i suoi rapporti con il legale. Briatore ha raccontato di aver iniziato a lavorare con Mills nel 1996-’97, quando decise di uscire dal mondo della Formula Uno e, in particolare, di ritarare la quota che aveva in Benetton. Il manager chiese allora all’avvocato di avere una società vuota per gestire il capitale che arrivava dalla vendita della quota e Mills gli disse propose la Struie. Qui, secondo Briatore, stava la bugia di Mills: la società non sarebbe stata vuota, ma avrebbe contenuto delle risorse personali del legale inglese. “Mi disse di stare tranquillo perché i soldi erano di sua esclusiva proprietà”, spiega l’imprenditore. Per la procura, invece, da lì sarebbe passato il denaro della presunta corruzione del legale operata da Berlusconi. Somma di cui oggi Briatore ha dichiarato di non avere mai saputo assolutamente nulla.

Intorno alle 12 i giudici hanno stabilito una pausa, per decidere le modalità di ascolto dei testimoni nel corso del resto dell’udienza. Durante l’interruzione, il premier si è tenuto lontano dai giornalisti, intrattenendosi con tre carabinieri del servizio di sicurezza e chiacchierando di calcio con Briatore. Un ‘no comment’ l’unica frase di Berlusconi, anche dopo il richiamo del pm Fabio De Pasquale. “Per favore, fuori dall’aula”, così il pm avrebbe invitato il presidente a rilasciare eventuali dichiarazioni fuori dall’aula dove si sta svolgendo l’udienza. “Scusi”, sarebbe stata la risposta del premier che ha tagliato corto con i cronisti. L’udienza riprenderà alle 14 per la testimonianza di Marina Mahler, la nipote del compositore austriaco.

La difesa del presidente potrebbe decidere di non ascoltare oggi i testimoni dell’accusa – soprattutto Flavio Briatore -, rimandando a un altro momento, dopo la possibile audizione dello stesso premier. “Ove Berlusconi dovesse rendere esame, cambierebbe il quadro”, ha soiegato il legale del premier, Niccolò Ghedini. Una strategia difensiva accolta dai giudici, e che invece farebbe allungare i tempi processuali secondo i pm.

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