Ballottaggio o vincitore al primo turno non conta: Massimo Bugani, candidato sindaco del Movimento 5 stelle, si presenta oggi come il vero vincitore di queste elezioni amministrative bolognesi. Porta a casa il 10% e probabilmente tre consiglieri comunali.Il nostro non è un voto di protesta, ci hanno votato i cittadini più attenti. I giornali che sostengono essere un voto di rabbia dei cittadini sono vecchi”.

Arriva al Palazzo Comunale abbracciato al “compagno” di movimento Giovanni Favia, consigliere della Regione Emilia Romagna ed è una festa senza precedenti: applausi, fischi di approvazione, persino una scatola di chiacchiere e, naturalmente, sorrisi stampati su un volto che non nasconde lo stress accumulato nell’attesa.

“Facciamo politica – attacca Bugani posizionato sulla statua di Nettuno, nell’omonima piazza, contornato dei militanti del movimento che lo attendevano da circa un’ora – in modo diverso, non come mestieranti, non con i soldi rubati dai rimborsi elettorali”.

L’ascesa dei 5 Stelle  è più che mai potente, capace di mettere in discussione i poteri rossi che da sempre hanno dominato l’Emilia. Come diceva Marco Travaglio nello speciale elezioni di La7 questo pomeriggio, se i partiti “tradizionali” non vogliono sentirsi minacciati dai militanti del movimento di Beppe Grillo, bisogna che propongano persone nuove, non anagraficamente, ma politicamente.

E Bugani ha tutte le caratteristiche: giovane (ha solo 33 anni), si distacca dal tradizionale modo di fare politica. Nessun proclama, ma fatti, obiezioni entro le mura delle istituzioni deputate a decidere cosa occorre alla cittadinanza che deve essere governata. Non a caso Bugani si definisce non come politico, ma come il “portavoce dei cittadini”.

D’altronde lo aveva detto all’indomani della venuta del comico genovese Beppe Grillo a Bologna (dove in Piazza Maggiore si raccolsero 15mila persone): abbiamo già vinto. “Eravamo in piazza con il nostro Beppe – ha detto Bugani –  ma soprattutto eravamo in piazza con migliaia di persone meravigliose. L’aria che si respirava da quel palco, vi giuro , era qualcosa di straordinario”. Umile, ignaro del successo che in realtà ha incassato, nel suo sito a poche ora dal voto scriveva, invece: “Comunque vada grazie a tutti”.

E anche l’organizzazione del movimento rispecchia tutta l’umiltà del giovane Bugani. Al circolo Mazzini di Via Emilia Ponente, 6 i militanti si sono raccolti intorno ai tavoli di un ristorante che (essendo privi di una sede di partito) di volta in volta affittano per riunirsi. Seguivano i risultati delle elezioni con apprensione, in contatto con i “colleghi” presenti nei seggi durante gli scrutini.

Non è mancato anche il plauso di Grillo in persona. È Favia a dirlo dopo aver definito la “vittoria” di Bugani come la più grande rivoluzione politica del bolognese: “Grillo ha sorriso – dice Favia riportando la battuta del comico genovese – Dice che oramai siamo in troppi e se non sia il caso che gli prestiamo qualcuno anche in qualche altra città”.

Questo è un risultato grandissimo – riprende la parola Bugani – sono molto soddisfatto. Questa è la forza del gruppo, le nostre idee, abbiamo fatto una campagna con soli 4mila euro. I primi exit pool ci davano al 5%, ma noi sapevamo di meritare altro. Ora voglio solo godermi questo successo con i militanti che hanno fatto tanti sforzi, hanno lavorato duro, senza un euro, ma autofinanziandosi”.

E in caso di ballottaggio? Secondo Bugani l’unica via percorribile è di fare “domande ai candidati – dice – e pubblicare le risposte sui nostri portali, dando ai cittadini la libertà di scegliere, non daremo mai indicazioni di voto”.

Il movimento però vuole smacchiarsi dallo stigma di catalizzatore di voti di protesta. “Questo non è un voto di rabbia – dice Bugani avendo come destinatari espliciti i giornali che a suo dire così li dipingono –  chiediamo un rispetto diverso a riguardo. A noi ci votano le persone più attente, non abbiamo tolto nulla a nessuno. Se qualcuno perde voti e consenti si faccia un esame di coscienza piuttosto. Abbiamo ottenuto un grande risultato, sapevamo di poterci arrivare, anche se non nascondo la sorpresa e anche la stanchezza. Il segreto? Essere sinceri, onesti, fare la politica dal basso, senza soldi. Abbiamo combattuto con colossi della politica che hanno speso enormi quantità di denaro, ma ottenuto un terzo dei nostri voti. I veri vincitori siamo noi. Ora siamo cittadini politici, pungoleremo affinché la politica di oggi possa migliorare. Ci dicono che siamo avari, io rispedisco il messaggio al mittente e rilancio: voi siete degli avidi, con stipendi alti e doppi incarichi”.

La polemica è rivolta sia a destra che a sinistra: “Gli errori ci sono stati da parte di entrambi – prosegue – noi interveniamo laddove si verificano. Si pensi solo all’indulto, allo scuso fiscale, alla legge sul conflitto di interesse, sono errori di entrambe le parti”.

Dove vuole arrivare, dunque, il movimento 5 stelle? “Noi – risponde Bugani – costringeremo con la nostra presenza i partiti a modificare il loro modo di fare politica, una politica senza soldi, con consiglieri che si riducono lo stipendio, saranno costretti a farlo, potevano farlo prima. Quello che noi faremo è valutare i nostri programmi con tutti, con Pd, anche con la Lega, non abbiamo pregiudizi né preclusioni. Portiamo avanti delle idee condivise, non ci importa il colore”.

Anche nei contenuti più squisitamente concreti Bugani non perde occasione per passare al sodo e, relativamente al tema nucleare (tanto caro al movimento, come tutte le tematiche ambientali) ha ribadito la propria posizione: “Mentre Fassino – ha affermato ai microfoni del Tg3 questo pomeriggio – si è dichiarato a favore del nucleare di quarta generazione e Bersani invece si è dichiarato contro, noi del movimento 5 stelle abbiamo le idee chiare: la nostra battaglia contro il nucleare è chiara”. Mentre subito dopo ad È Tv, non esita ad immergersi nelle tematiche della città. “Il futuro è questo – dice – non più destra e sinistra, noi abbiamo un progetto nuovo, che richiede tanto sacrificio e la risposta sta arrivando. Man mano che si avvicinava il voto al Pd sono diventati più aggressivi. Come con il Civis: prima lo portano avanti per 5 anni poi dicono che vogliono fare il filobus”.

f.b.

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