Da Busto Arsizio – Annullare le elezioni contro lo spamming elettorale. Questa la drastica misura invocata da Carlo Stelluti, candidato del centrosinistra alle elezioni comunali di Busto Arsizio (la prima città della provincia di Varese), dopo il raid “antidemocratico” perpetrato dai militanti del popolo delle libertà nella notte tra venerdì e sabato. Manifesto più manifesto meno sono circa quattrocento gli spazi elettorali coperti abusivamente con il simbolone del Pdl. Una circostanza che ha fatto infuriare i candidati e i militanti delle liste colpite, che questa sera si sono dati appuntamento davanti al municipio di Busto, per protestare con manifesti e cartelloni contro quello che hanno definito “un gesto di prepotenza e arroganza che non può essere tollerato”.

Il candidato Carlo Stelluti, in silenzio elettorale, si è limitato a confernare l’accaduto: “Questa mattina abbiamo scoperto che quasi tutti i nostri manifesti sono stati coperti. In tutta la città ne sono rimasti una decina. Abbiamo fatto un esposto che abbiamo presentato al prefetto, al vicequestore e al comandante dei vigili, con il quale chiediamo il ripristino della regolarità di questa consultazione elettorale”. Lo stesso candidato questa sera ha incontrato il presidente dell’ufficio elettorale del Comune che ha proposto la deaffissione dei manifesti illecitamente collocati. Anche questa soluzione non è piaciuta alla coalizione di centrosinistra, in quanto in città rimarrebbero comunque solo i manifesti del Pdl posizionati negli spazi leciti. Poi Stelluti aggiunge: “Abbiamo depositato una denuncia penale con la quale chiediamo l’annullamento delle elezioni, decida la magistratura e dica quale è il livello di democrazia presente in questo paese. Io della magistratura mi fido”.

In ogni caso nel corso della giornata non è stato individuato alcun responsabile per questo gesto che, secondo i dimostranti “non trova veramente alcuna spiegazione, se non quella della prova di forza di un gruppo che deve dimostrare di potere tutto, in sfregio a qualunque regola”. In questa città della provincia di Varese Pdl e Lega corrono unite e presentano un candidato sindaco, Gigi Farioli, che si propone per il secondo mandato. Non c’erano, alla vigilia delle elezioni, elementi che facessero pensare ad una partita aperta tra le due coalizioni, con tutti i sondaggi e i presagi favorevoli ad una scelta di continuità da parte dell’elettorato bustocco. Candidati e sostenitori poi incalzano: “Nessuno riesce a spiegarsi questo gesto, sono mesi che stanno inaugurando pietre, che stanno facendo iniziative in modo da accreditare una campagna elettorale surrettizia, utilizzano i mezzi del Comune per fare la campagna elettorale. L’unica motivazione che vedo è la paura, altrimenti è stupidità politica, inconsapevolezza democratica. Questi sono rappresentanti delle istituzioni che dovrebbero avere la cura che le regole democratiche vengano applicate integralmente nella loro città”.

Insieme al candidato sindaco, davanti al Comune ci sono anche tutti i suoi sostenitori, al collo portano cartelli inequivocabili, recitano “vergogna!”, chiedono “rispetto per le regole” e non risparmiano attacchi agli avversari: “Pdl: partito della illegalità” e, ancora: “Pdl = fascismo”. E poi raccontano: “Questa mattina abbiamo trovato una comunicazione del sindaco destinata ai rappresentanti di lista con la quale si invocava correttezza e rispetto delle regole elettorali nella gestione dell’attacchinaggio e nella distribuzione dei volantini. Poi scopriamo che nella notte, ben dopo le due, proprio il partito a cui fa riferimento il sindaco si è reso responsabile di una mancanza di correttezza che ci lascia disgustati”. E poi concludono: “Non ci piacciono gli atteggiamenti strafottenti di chi crede che tutto gli sia permesso e passa non curante sopra la testa degli altri”.

di Alessandro Madron

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