Io non so chi sarà il prossimo sindaco di Bologna (no, ho mentito, lo so: Virginio Merola), ma so che la prima cosa che dovrà affrontare è il macro problema che attanaglia questa città: l’autobus.

Come ben sappiamo il bolognese doc abbandona la città e va a vivere nei paesi dormitorio dell’interlend o quando va bene nei quartieri di San Lazzaro di Savena o di Casalecchio, poi da “lontano” si lamenta di quello che non va a Bologna, tipo l’autobus.
La cosa interessante è che il bolognese l’autobus non lo prende. Prendere l’autobus per il bolognese rappresenta una sconfitta, appena può si compra una bici, uno scuter o fa di tutto per procurarsi un pass da disabile così va pure in centro in automobile e sgasa davanti alle vetrine dei negozi che a breve chiuderanno per colpa dei megastor dell’interlend, altri locali frequentatissimi dai bolognesi difficilmente raggiungibili in autobus.
Il vero bolognese non vuole l’autobus, vuole la metropolitana. Anche se  sa benissimo non la prenderà mai, lui vuole la metropolitana.
Il vero bolognese quando gli capita malauguratamente di prendere l’autobus soffre tantissimo e mal sopporta gli umarells, i maruchen, le zdaure e i beneficiari della legge Basaglia che incontrerà a bordo. La fauna che popola questi mezzi, gli unici che pagano il biglietto o che hanno un regolare abbonamento, quelli che godono quando alla Ciarls Bronson entra il controllore e multa qualcuno.
Anche sul controllore il bolognese ha qualcosa da dire. “Ci vorrebbero più controlli”, “L’è un schif”.
Sul problema della gente che non paga il biglietto il bolognese la soluzione ce l’ha: fare come fanno in qualsiasi parte del mondo dove l’autista fa il biglietto a bordo a chi non l’ha e controlla l’abbonamento.
Giammai. Ma sei matto? Se ti sente l’ATC ti crocifigge nella sala di Via San Felice o ti mette alla gogna in Piazza Minghetti inginocchiato sui frantumi dei  CD di Carlo Spongano .
E poi dopo i controllori cosa fanno? Li licenzi? Ma siamo matti?
E poi gli autisti degli autobus come fanno a telefonare, ad ascoltare la musica o ad aggiornare il proprio stato di feisbuc con l’aifon.
No, no, qusta soluzione non va bene. E’ antidemocratica.
A Bologna quando si parla di autobus è un casino, per tenere a bada tutte ste lamentele e dopo il giustificatissimo aumento del biglietto a 3.000 lire (il prezzo che si paga se lo fai nella macchinetta, recente novità tecnologica approdata da pochi anni a Bologna e accolta con indifferenza dai bolognesi che non prendono l’autobus)  adesso c’è l’idea dei tornelli, apprezzatissima dagli umarells che in questi giorni li stanno testando con rinnovato entusiasmo in un futuro migliore.
E poi c’è il macro problema: il CIVIS, che alla fine è un autobus che non va bene a nessuno, ma ormai i lavori sono partiti e i bolognesi hanno un’entità sulla quale addossare tutte le colpe di ciò che non va nella loro vita.
“Mi ha mollato mia moglie”
“Ha un altro?”
“No, mi ha mollato e basta”
“Tutta colpa del CIVIS”
“No al CIVIS”
“Ma tua moglie prendeva l’autobus?”
“No andava in macchina”
“Tutta colpa del CIVIS”

L’autobus, sarà una bella gatta da pelare per il nuovo sindaco di Bologna, il problema numero uno da risolvere in  questa città che sogna di tornare agli anni di Bologna Sogna, anni indimenticabili in cui i bolognesi non prendevano l’autobus e il CIVIS non si sapeva cosa fosse.

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