Basta con la “politica come guerra continua”, ci vuole “rispetto reciproco” tra gli schieramenti che “concorrono alla conquista della maggioranza nelle elezioni”. Giorgio Napolitano ribadisce l’invito ad abbassare i toni. Appena due giorni fa aveva difeso con forza la magistratura, bacchettando, senza citarlo, Silvio Berlusconi impegnato da mesi nella sua guerra personale contro i pm di Milano definiti ancora lunedì “cancro della democrazia” (leggi).

Oggi il presidente della Repubblica è tornato a invocare un confronto politico sereno, non belligerante. “Mi auguro un’Italia più serena, meno lacerata, meno divisa dove la lotta politica non sia una guerra continua e che ci sia rispetto tra le parti che fanno politica e che competono per la conquista della maggioranza alle elezioni”. Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha risposto ad una domanda di uno studente che, in collegamento internet durante la festa per la scuola per i 150 anni dell’unità d’Italia, gli ha chiesto come immaginasse l’Italia tra 50 anni.

“Da qui a 50 ani non so cosa sarà l’Italia, ma quello che mi auguro è che sia più serena e sicura di se, meno lacerata, meno divisa, un paese in cui la lotta politica non sia una guerra continua”, ha aggiunto il Capo dello Stato. Il Presidente della Repubblica ha fatto riferimento ai suoi viaggi per l’Italia per festeggiare il 1861. “Ho visto partecipare a questi festeggiamenti, a questi momenti di riflessione, italiani di tutte le età, di tutte le parti del paese, di tutte le generazioni. Di tutte le idee, al di là delle tante tesioni e divisioni che purtroppo affliggono il Paese”, ha detto. “Bisogna che l’Italia sia rispettata in campo internazionale per quello che sa dare, per il suo contributo, e per l’immagine che puo’ dare di se’ sul piano culturale, civile e morale”.

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