Rush finale per le amministrative bolognesi. In attesa della parata di big prevista per venerdì per la chiusura della campagna elettorale, gli animi si scaldano e la lotta abbandona le questioni prettamente programmatiche. Complice forse qualche battuta di troppo, si comincia a lasciare un pò da parte il fair play e a battibeccare, non sui programmi, ma sulle mosse dell’avversario.

A scatenare le polemiche, sono state soprattutto le ammissioni del candidato del centrosinistra Virginio Merola che, in una trasmissione radiofonica ha ammesso di aver provato, da giovane negli anni Settanta, a farsi qualche canna.

La critica più dura arriva dal candidato sindaco civico, l’ingegner Stefano Aldrovandi, che si scaglia contro le dichiarazioni di Merola, arrivando ad apostrofarle come “messaggi di morte”. L’ex-ad di hera ha poi raccontato di aver parlato con esperti del settore, che gli avrebbero riferito che  “il 100% delle persone che  hanno dovuto essere aiutate nella comunità di San Patrignano ha cominciato con gli spinelli”.

Giusto qualche giorno fa l’altro candidato civico, Daniele Corticelli, aveva invitato tutti gli aspiranti sindaci, nessuno escluso, a sottoporsi a test antidroga. Proposta che ora si inserisce perfettamente nel dibattito:  “Fare un controllo-  aveva detto Corticelli – per un candidato sindaco è un dovere morale”.

Da buon sportivo quale si professa Massimo Bugani, candidato sindaco del Movimento 5 stelle, dichiara di non aver mai fumato, nemmeno le sigarette e recrimina a Merola, non la sincerità con la quale ha ammesso di essere ricorso alle droghe leggere, ma l’omissione di un doppio ragionamento che non vi è stato. “Si può anche ammettere – dice Bugani – di aver fatto uso di sostanze leggere, è uno slancio di sincerità, ma poi bisogna anche dire di prestare attenzione. Così come formulato non è un messaggio sano da dare, soprattutto, ai giovani”.

Ed è così che venerdì prossimo Bugani si sottoporrà al test antidroga, iniziativa lanciata da Daniele Corticelli, candidato sindaco civico di Bologna Capitale, che ribadisce: “penso che il test dovrebbero farlo tutti, perché i cittadini hanno il diritto di sapere che il prossimo sindaco non ha nessun tipo di dipendenza. Lo abbiamo chiesto a tutti i candidati, ma ad oggi ci ha risposto solo Bugani. Chiediamo dunque a Merola e a Bernardini di rispondere”.

Dal canto suo Merola si consola, incassando il sostegno di Romano Prodi, finora considerato un po’ troppo tiepido verso il candidato del centrosinistra. Il professore gli ha scritto una lettera d’incoraggiamento: “Mi auguro – ha scritto – che i bolognesi vadano a votare numerosi e votino per una città solidale e sicura, una città aperta e all’avanguardia con un governo capace e autorevole. Alla guida di questa città ci sarà un sindaco rispettoso e rispettato”. Prodi non parteciperà alla chiusura della campagna elettorale per impegni, ma la sua lontananza, ha tenuto a precisare, sarà solo “geografica, perchè non ho mai cessato, neppure un giorno di fare il tifo per la vittoria del centrosinistra e del Pd, nella mia città come in tutto il Paese”

Parole pesanti sono uscite oggi anche dal sottosegretario degli Esteri Stefania Craxi, arrivata a Bologna per sostenere il candidato di Lega e Pdl Manes Bernardini. La Craxi attacca l’intera sinistra emiliano-romagnola senza fare sconti: “Continuiamo a vedere apparati che hanno un controllo economico e sociale, sul territorio, che non ha niente da invidiare a quello della mafia al Sud. Credo che questa bella regione vada liberata”. Affermazioni subito bollate dal Pd come “gravi e farneticanti, l’Emilia-Romagna è tra le Regioni più avanzate e competitive d’Europa e non c’è nulla da cui liberarsi, se non dai tagli del Governo”.

Problemi, nel centrodestra e soprattutto per il Pdl, arrivano però anche dalla Destra (che si presenta con un candidato sindaco autonomo), con i candidati che promuovono il voto disgiunto, per sostenere il partito di Storace senza negare la preferenza al candidato sindaco di Bernardini.

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