A Lampedusa è arrivata all’alba un’imbarcazione che era stata segnalata ieri pomeriggio: 800 migranti a bordo, tra cui 138 donne e 12 bambini. Poco dopo un barcone con a bordo 500 persone si è incagliato in prossimità del porto e molte persone si sono gettate in mare: dopo lunghi momenti di tensione, gli immigrati sono stati tratti in salvo. Sono tutti in buone condizioni di salute, ma 24 donne in stato di gravidanza sono state ricoverate al Poliambulatorio dell’isola. “A tutte loro è stata praticata l’ecografia – ha spiegato il responsabile Pietro Bartolo – e per tre di loro, con particolari problemi dovuti alla gravidanza, è stato deciso il trasferimento in elisoccorso all’ospedale Cervello di Palermo”. Sempre in elisoccorso sono stati trasferiti a Palermo altri tre profughi uomini. Uno ha riportato la frattura scomposta a una gamba durante la caduta in acqua e forse una perforazione a un fegato, un secondo ha riportato ustioni sui piedi e il terzo ha ripostato la fratture delle costole. “Ma l’elicottero del 118 deve tornare nel pomeriggio – ha spiegato ancora Bartolo – per portare altri pazienti feriti a Palermo che non possiamo curare qui in ambulatorio”. . L’incidente dopo che ieri un’imbarcazione che trasportava oltre 600 persone è affondato al largo delle coste libiche.

Secondo quanto si è appreso al comando generale delle capitanerie di porto, l’imbarcazione incagliata sembrava diretta in un primo momento a Malta, ma una motovedetta maltese l’ha poi accompagnata verso Lampedusa. Il barcone, preceduto da una motovedetta della Guardia di Finanza, avrebbe compiuto uno scarto di rotta proprio quando era a ridosso del porto, finendo sugli scogli. A bordo c’è stato il panico e molti si sono buttati in mare. I soccorsi sono scattati immediatamente, sia da mare che da terra: tra l’altro, a poca distanza, erano ancora in corso le operazioni di assistenza degli 800 immigrati arrivati poco prima con l’altro barcone e tutti quelli che si trovavano sul molo (cittadini e giornalisti compresi) sono intervenuti in soccorso dei migranti finiti in acqua.

“Questa notte abbiamo evitato una terribile tragedia”, ha commentato il comandante della Capitaneria di Porto dell’isola, Antonio Morana. “Soltanto grazie ai soccorsi tempestivi via terra e via mare – ha detto – siamo riusciti ad evitare che ci fossero morti”. Sono intervenuti anche gli uomini del nucleo subacqueo della Guardia costiera “ma è stata tutta la catena umana che si è formata ad evitare il peggio – ha raccontato ancora Morana – fatta da poliziotti, finanzieri, pescatori, giornalisti, uomini della Capitaneria e quanti potevano dare una mano”. E ha concluso: “Siamo stati bravi anche noi a coordinare tutto nel migliore dei modi, insieme alla Guardia di finanza”.

“Gli ultimi sbarchi a Lampedusa, oltre 1.500, sono tutti profughi non rimpatriabili, partiti dalla Libia a causa della guerra; il flusso di clandestini dalla Tunisia si è invece, praticamente fermato, grazie all’accordo da me firmato il 5 aprile con Tunisi”, ha dichiarato il ministro dell’Interno Roberto Maroni. “Sono persone mandate a morire”, ha detto la portavoce dell’agenzia Onu, Laura Boldrini.

“Chiedo al presidente Berlusconi di tornare a Lampedusa per completare l’impegno assunto qui davanti alla cittadinanza e al mondo intero”, ha chiesto sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, che teme per la stagione estiva dell’isola. “A noi non interessano né campi da golf né casinò – ha detto ancora De Rubeis – oggi chiediamo semplicemente un aiuto economico per gli imprenditori e una moratoria fiscale. Il resto sono chiacchiere”. Poi, il sindaco se la prende anche con gli spot pubblicitari su Lampedusa in onda proprio in questi giorni e annunciati da Berlusconi durante la sua ultima visita sull’isola. “Gli spot del ministro Brambilla non servono a nulla – ha detto ancora il sindaco – ma sono soltanto uno spreco di denaro pubblico”. “Abbiamo assistito alla prima fase di cui parlava Berlusconi che è cessata, e parlo dell’emergenza Tunisia, quindi su questo il premier va promosso – ha spiegato De Rubeis- ora c’è la cosiddetta fase due, cioè gli spot pubblicitari. Ma a noi non interessano. Noi vogliamo per la fase 3 il coinvolgimento dell’amico Tremonti. A Lampedusa non è arrivato un euro, se non il milione dato al commissario straordinario per l’emergenza immigrati Gabrielli per lo smaltimento delle barche”.

Articolo Precedente

Terrorismo, la giornata della memoria
Quegli anni spietati e i manifesti dell’insulto

next
Articolo Successivo

Un massone cucina per il Papa

next