Il segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani, torna ad impegnarsi in campagna elettorale in Emilia Romagna attaccando a tutto campo il Governo. Il tour pre-amministrative tocca oggi la riviera, tra Cattolica e Rimini, da dove Bersani manda anzitutto un messaggio chiaro ai propri gruppi dirigenti: per continuare e intensificare l’assedio all’esecutivo, ma anche per tenere a bada le nostre frizioni interne, le urne ci devono dare ragione. Anche perché, assicura oggi l’ex ministro, Giulio Tremonti avrebbe in serbo una nuova sorpresa: “Vedrete, due settimane dopo le elezioni andremo incontro ad una manovra da 6-7 miliardi di euro, a fine anno saremo a 40. Altro che ‘manutenzione’. Io dico che senza crescita il Paese non può farcela”.

Alla luce dei ricorrenti dubbi sulla idoneità del centrosinistra ad esprimere una classe dirigente di Governo, in un qualche modo avanzati in questi giorni anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Bersani taglia corto: “Noi abbiamo pronto un bel pacchetto di riforme. Il ‘ghe pensi mi’, invece, ci porta al disastro”.  A chi gli chiede poi come sta andando la campagna elettorale sotto le Due Torri, tra le più seguite in Italia dallo stato maggiore Democratico, l’ex ministro diffonde ottimismo: “Su Bologna sono assolutamente tranquillo e ottimista. Dico solo che dove si può vincere si deve vincere bene: questo è il messaggio che do e che darò a Bologna”. Salito in riviera per sostenere la corsa del candidato sindaco del centrosinistra locale, il ‘golden boy’ Andrea Gnassi, Bersani si dice comunque sereno rispetto al voto: “Sono tranquillo perché sento a Bologna, a Rimini e altrove un’aria buona”.

Parlare di Bologna significa tornare sul blitz del ministro dell’Interno Roberto Maroni, salito ieri in città, nel giorno dello sciopero generale della Cgil, per lanciare il candidato sindaco ‘padano’ Manes Bernardini. Maroni vuole un patto per la sicurezza solo se vincerà Bernardini? Bersani ha un diavolo per capello: “Maroni ha detto che farà l’accordo sul patto per la sicurezza a Bologna solo se vincono Lega e Pdl. Si dia una regolata e vada a dirle da un’altra parte queste sciocchezze, magari tra i suoi paesini lassù, ma non in Emilia Romagna. Un ministro deve fare il ministro, non l’agit prop”.

E da già che siamo, è la linea Bersani, parliamo pure di Napoli, dove il ministro dell’Interno ha detto di garantire per il candidato Gianni Lettieri che a sua volta garantisce per Nicola Cosentino: “Maroni garantisce per Lettieri. Lettieri garantisce per Cosentino. Niente male come proprietà transitiva. Noi- rivendica il numero uno del Pd- abbiamo voluto un codice etico che esclude dalle liste anche chi non ha ricevuto avvisi di garanzia, come spiegavo ieri a Caserta”.

Ma è tutta la (non) azione del Governo che agita Bersani, il quale prova ad imprimere una svolta politica all’imminente test amministrativo. Se non “l’ora x” o “la spallata”, un “segnale” sì, ci vuole: “Il Parlamento- prosegue il segretario nazionale- oggi è sequestrato dagli interessi personali della maggioranza. E’ un dramma. Il giorno dopo le amministrative dobbiamo cambiare l’agenda”. Agli elettori, insomma, viene chiesto aiuto: “Avremo la scheda mano, rivolgiamo un pensierino a ‘sto Paese”, si sbraccia come consuetudine il segretario.

Oggi Bersani è però a Rimini, dove il tema delle concessioni balneari resta al primo posto in agenda. Di fronte al “decreto Sviluppo” fatto approvare da Tremonti questa settimana, con focus sui capitoli titoli concessori e “distretti turistici”, ma già bocciato nelle fattispecie dall’Unione Europea, il segretario sgrana gli occhi: “La Brambilla dice che ‘è tutto a posto’. Bene, facciamoci il segno della croce. C’è in corso una procedura Bolkestein, e il Governo che fa? Chi se li prende questi diritti di superficie? Poi si tira fuori l’idea di questi distretti… Ma insomma, è come far fare il gelato agli eschimesi. Alla Brambilla vorrei dire che in Emilia Romagna di distretti ne sappiamo qualcosa”, attacca sarcastico Bersani. Ancor più duro, sul tema specifico, si rivela al suo fianco il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, che decide di parlare e pesare le parole dopo i “chiarimenti” chiesti dalla Commissione Ue.

“Con questo spot, Berlusconi è arrivato a un livello cui non sarebbe giunto nemmeno Lukashenko. Quello del Governo è stato un atto unilaterale, un bel pallone gonfiato in vista delle elezioni del 15-16 maggio. Io dico che la Regione Emilia Romagna- annuncia Errani- si metterà di traverso per difendere gli operatori: nelle nostre spiagge non arriveranno i potenti”.

L’Italia ha in corso una procedura d’infrazione europea, il Governo si è impegnato a rispondere entro il 2015 con una norma che tolga l’automatismo nel rinnovo delle concessioni. Ieri  l’Unione Europea ha detto all’esecutivo “cosa state facendo”. Il Governo, prosegue il governatore, “non ha dotato l’Enit nemmeno delle risorse per pagare i costi gestionali, il personale: così si rischia un danno grave per gli operatori e per l’ambiente: con queste invenzioni da ‘Mago Zurlì’ – attacca Errani – le aste e i bandi non si affrontano”. Della giornata riminese dei ‘big’ conta di beneficiarne Gnassi: 42enne, già consigliere regionale, assessore provinciale inventore della “Notte Rosa” nonché segretario provinciale del partito, ora è atteso alla prova decisiva. “Io gli voglio bene da molto tempo a ‘sto ragazzo”, è la pacca sulle spalle di Bersani con riferimento agli anni della propria presidenza della Regione Emilia Romagna, quando Gnassi ne era consigliere. “Vedete, io l’ho conosciuto quando era più giovane ma ‘ste razze qua restano giovani per sempre perché sono piene di competenze e di entusiasmo. Per questa città- prosegue Bersani- ha una passionaccia, Rimini con lui ha a disposizione un’occasione di freschezza: un sindaco così in giro per l’Italia e per l’Europa vuol dire che Rimini funziona, con forza e credibilità. Credetemi, Gnassi è la scelta giusta per Rimini”.

Carlo Kovacs

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